giovedì, agosto 31, 2006

Tempo di migrazione



Dopo oltre 300 post ed otto mesi di vita, Yet Another Pajamas Blog chiude.
La chiusura è dovuta ad una serie di problemi di gestione del template e dei Feed.
La nostra nuova casa si chiamerà Nextcon.
Crediamo che tale nome, magari abbreviato con Nextcon (a fianco trovate il nuovo logo), chiarisca meglio i nostri intenti ed i nostri convincimenti.
Abbiamo sempre considerato come necessario, (e negli ultimi tempi direi vitale), la creazione di una mentalità, diffusa ed istituzionalizzata, conservatrice di matrice americana.
Una cultura politica in grado di unire conservatorismo, liberalismo e libertarismo.
Dopo aver incontrato la Right Nation Italiana di Tocqueville e non solo sappiamo che questo è possibile, per questo Nextcon è il nostro tentativo di affinare le nostre armi e di dare nuovo spirito al nostro sogno.Un sogno che non è basato sul virtuale, ma su un dato reale: la Right Nation Italiana esiste realmente.
Oggi sappiamo che tutto ciò non è una utopia, ma serve un ultimo sforzo: quello dell'impegno.
Nextcon è proprio questo, il segno ed il sogno del nostro impegno.


p.s.: cliccate sopra il logo per essere reindirizzati a Nextcon

mercoledì, agosto 30, 2006

???????????

martedì, agosto 29, 2006

sclavi returns


Tiziano Sclavi, indimenticato ed indimenticabile, creatore di Dylan Dog tornerà a scrivere alcune storie dell'indagatore dell'incubo in occasione del ventennale dell'eroe Bonelli.
Sarà il numero 240 intitolato Ucronia che vedrà alle matite il maestro Franco Saudelli.
Se poi volete sapere quando sarà disponibile l'albo in questione, la giornata è oggi.

Spiderman si rivela



Mentre sta per uscire il terzo episodio della saga di Spidey, in America il nostro amichevole vicino arrampicamuri affronta una decisione epocale: rivelare a tutto il mondo la sua identità segreta.
Tutto questo accade ad opera di dello scrittore J. MICHAEL STRACZYNSKI e del disgnatore RON GARNEY. Per chi segue il comicdom americano i due non sono certamente dei novellini in cerca del grande occasione per affermarsi. Straczynski è noto, anche in Italia, per la serie Babylon 5 e per la miniserie Rising Star, in cui vengono "rivisitati" i concetti di supereroi.
Sarà molto interessante vedere quali ripercussioni avrà questa decisione nell'universo Marvel e nella vita di Peter Parker.
Questo vero e proprio punto di svolta dell'arrampicamuri si inserisce nel X-over (Cross Over) estivo della casa delle idee denominato Civil War. Un X-over che, oltre alla rivelazione di Spiderman, ha visto la latitanza di Capitan America e la morte dei New Warriors e di 600 civili.
In italia tutto questo dovremmo leggerlo il prossimo anno.

lunedì, agosto 28, 2006

eros creativo


Se pensate di avere una fantasia erotica fuori del comune, è finalmente venuto il vostro momento. Grazie al sexy shop on line Lovehoney potrete realizzare il vostro giocattolo sessuale.
Il termine per presentare la vostra "creatura" è fissato al 30 novembre ed al vincitore andranno 1000 sterline oltre alla possibilità di partecipare alla realizzazione del vostro progetto.
Le proposte verranno vagliate da una commissione ove parteciperà anche la famosa Tracey Cox.
E' venuto il momento di far uscire il maialino che è in voi cari sex addicted della rete.

domenica, agosto 27, 2006

The Scottish (dis)connection


Per chi ama il calcio, come il sottoscritto, il nome dei Celtic di Glasgow richiama alla mente la grinta, il cuore, la passione e la tenacia.
Sono queste, infatti, le caratteristiche (mitiche) che, da sempre, accompagnano la biancoverde squadra di Glasgow.
Ma i Celtic hanno un'altra caratteristica. Sono infatti la squadra dei cattolici scozzesi, contrapposta ai Rangers, campioni dei protestanti.
Per questo il derby tra celtic e ranger ha sempre questa aura di magia e di misticimo, perchè, in fin dei conti, è uno scontro tra modelli di vita.
Ebbene, purtroppo, il politically correct rischia di togliere questa patina di magia.
Artur Boruc, il polacco portiere cattolico dei cattolicissimi Celtic, è stato punito per essersi fatto il segno della croce sul campo dei Rangers, l'Ibrox Park.
Tale gesto di devozione è stato interpretato come una provocazione.
Adesso aspettiamo che il politically correct si abbatta anche sulla Haka degli All Blacks neozelandesi, rei di vestire di nero e di mimare il taglio della gola.
O tempora, o mores....

Il rientro (alla grandissima) del Cav


Ha sparigliato le carte un'altra volta.
Non c'è niente da dire Silvio Berlusconi, in fatto di comunicazione, rimane un drago.
E noi, come lo abbiamo criticato qualche volta per la sua conduzione governativa, oggi ci togliamo il cappello di fronte al suo rutilante rientro al meeting di Rimini.
Chapeau Cavaliere !!!
Anzitutto perchè ha saputo togliersi quei tristi doppiopetti governativi e quell'aria seriosa, da sepolcro imbiancato, che, negli ultimi tempi a Palazzo Chigi, sembravano averla attanagliata.
Il maglioncino celeste sulle spalle, la splendida capigliatura e quella sua ironia e capacità di saper mischiare il serio ed il faceto (oltre al sacro), ci dicono che lei è pronto.
Pronto per una nuova reconquista, una nuova avventura.
Ma soprattutto ci dicono che è tornato il Berlusconi degli ultimi tempi di campagna elettorale, quello di Vicenza per intenderci.
Noi non nutriamo dubbi sulle sue capacità, quello che ci preoccupa sono i suoi "compagni di viaggio".
Per questa nuova reconquista prenda un gruppo di "straccioni" e forgi un esercito, non si accontenti di truppe parlamentari e culturali già preconfezionate e precotte.
La prossima reconquista, infatti, si combatterà sul campo culturale e, con tutta la bonomia di cui siamo capaci, alcuni suoi stretti collaboratori ed alleati non sembrano attrezzatissimi alla bisogna.

Aforisma marino 17

Uno dei difetti degli uomini della CdL è che, anche all'opposizione, preferiscono il doppiopetto ai jeans.
Sarebbe meglio che li indossassero insiene a scarpe da ginnastica e T-Shit, magari scrivendo su di esse gli slogan e le aprole d'ordine per domani.

Aforisma marino 16

Se Berlusconi tace, casini non ha niente da dire.

Aforisma marino 16

più parlano di famiglia, più mi sembrano ballare una quadriglia.

Aforisma marino 15

All'opposizione un treppiede è un simbolo democratico.
Al Governo un fischio è segno di intolleranza.

Aforisma marino 14

Dovrebbero chiamarlo ministero della pubblica...distruzione.

Aforisma marino 13

Scommettiamo che se ci si impegna a colmare la deficenza di lettori in Italia, dopo un decennio scarso si saranno colmate le lacune in campo istituzionale, infrastrutturale, energetico ed economico.

Aforisma marino 12

la battaglia più dura che ci sarà da combattere, la si combatterà con le parole.
E noi di centrodestra partiamo svantaggiati.
La battaglia sulle parole, infatti, si combatterà non con la reazione, ma con l'azione.
Bisognerà portare battaglia sul campo avversario.
se ci limiteremo ad una guerra difensiva, abbiamo già perso.

Aforisma marino 11

E' inutile parlare di rivoluzione senza far nulla per iniziarla.

Aforisma marino 10

Troppi politici sono politici e fanno gli uomini.
sarebbe meglio, molto meglio, il contrario.

Aforisma marino 9

I "produttori di futuro" devono necessariamente usare il passato come "materia prima".
Col niente si produce il niente.
Per questo c'è bisogno di "conservare".

Aforisma marino 8

I liberali italiani non hanno subito una diaspora.
Hanno fatto harakiri.

Aforisma marino 7

L'unità dei liberali non è inutile.
E' dannosa.

Aforisma marino 6

Ci è andato vicino Fini a disegnare un moderno partito conservatore.
Non ci ha azzeccato in pieno.
Per spegnere la fiamma bisogna scottarsi.

Aforisma marino 5

La politica iytaliana ha assolutamente bisogno di una strutturazione di un Partito Conservatore Italiano.
Una cosa che difficilmente accadrà. ve lo immagginate l'acronimo ?
P.C.I:

Aforisma marino 4

Le Costituzioni non danno da mangiare.
Ma senza una Costituzione oggi, non è detto che si mangerà anche domani.

Aforisma marino 3

un blog non cambierà il mondo, però potrebbe aiutare.

Aforisma marino 2

Sono sempre i liberi a decidere cosa è meglio per gli oppressi.

Aforisma marino 1

Ci si può assuefare alla libertà ?
ne abbiamo tanta che qualcuno agogna a perderne un po' ?
Eppure ancora oggi molti vogliono la libertà.
In alcuni troppa libertà da disgusto.
In altri troppa poca libertà innesca la brama.

sabato, agosto 05, 2006

Riposiamoci

mercoledì, agosto 02, 2006

a mo' di Longanesi


Non ho paura delle idee, ma dei culi seduti sulla poltrona che le rappresentano.

La volta buona


"Nella situazione specifica di e visti i piani dell'impero le mie condizioni di salute si converte in un segreto di stato che non può essere reso noto in modo costante.".
Citiamo solo una parte del comunicato che Fidel Castro, (o chi per lui n.d.r.), ha diffuso subito dopo l'operazione. Noi azzardiamo, da impenitenti neoconservatori, leggendo tra le righe dello stesso, che il leader maximo sia già morto.
La morte di un dittatore, come Castro, non può essere mai una cosa semplice come la morte di un uomo di governo di un paese democratico, in cui ci sono procedure precise per la vacatio di potere.
Sappiamo tutti che la morte di Castro aprirà nuove opportunità per la costruzione di una democrazia a Cuba. E spetterà in primo luogo all'America mettere in pratica una seria ed innovativa procedura di Democracy Building. Qui non serviranno armi e truppe, ma solo massiccie dosi di libertà e di informazione.
Per adesso ci uniamo ai festeggiamenti dei profughi cubani a Little Habana.

martedì, agosto 01, 2006

Un pugno alla rosa

Assistiamo attoniti ed anche un po' basiti alla lite che si è scatenata all'interno della Rosa nel Pugno. Confessiamo di avere sempre avuto un debole verso i radicali e che ci siamo rimasti molto molto male quando gli stessi hanno preferito il centrosinistra anzichè il centrodestra. Fortunatamente, però, ci ha pensato Della Vedova ed il suo progetto dei Riformatori Liberali a farci sentire meno soli.
Pur non avendola votata, però, speravamo che la Rosa nel Pugno potesse avere successo. Un successo che avrebbe, di riflesso, avuto effetti benefici anche per la nascita di un "gruppo" liberale autonomo anche all'interno della CdL.
Speravamo, ma non eravamo convinti. Non eravamo convinti del compagno di strada socialista, ed in particolar modo di Enrico Boselli.
Il "leader" SDI, nella seconda Repubblica, ha sempre usato alleanze e coalizioni come mezzi per riuscire a sedersi in parlamento a cominciare dall'alleanza con Segni ed Adornato fino al Girasole, cioè alla coalizione con i verdi, del 1996.
La Rosa nel Pugno è stata l'ennesimo mezzuccio per avere una poltrona.
Certamente Boselli non poteva prevedere che il più grande giornale italiano "sponsorizzasse" tale progetto e quindi si è adeguato.
Pannella ed i Radicali, da parte loro, abituati a scommettere tutto di loro stessi sui loro progetti invece non hanno mai "usato" gli altri ma hanno sempre rischiato in proprio e sulla propria pelle.
Una differenza di stili che non poteva non confliggere.
La vicenda legata al Capogruppo Villetti sembra tanto essere il "casus belli" per Boselli, il quale vede la costruzione del (grande) partito democratico come l'ennesima occasione per avere uno strapuntino.
Da ultimo abbiamo l'ex diessino Lanfranco Turci, passato alla RnP una volta saputo della mancata ricandidatura nelle liste dei DS. Dalle mie parti si dice che le querce non fanno le castagne. Credo prorpio che questo proverbio sia molto, molto indicato.

lunedì, luglio 31, 2006

Le elelzioni americane di medio termine 1

La corsa delle elzioni di mid term americane sono entrate nel periodo clou. Purtroppo di fronte ai morti ed alle bombe rischiano di passare in secondo piano e nella provinciale informazione italiane rischiano di sparire del tutto.
Per capire cosa accadrà e scoprire le mosse e gli argomenti che ci faranno compagnia negli anni a venire vorremmo segnalare, ogni tanto, alcuni degli editoriali migliori che in America vengono prodotti.
Riuscirà il GOP a confermarsi come forza di maggioranza o i Democrats riusciranno ad invertire la rotta ???

Saving the American Dream - More Hearings, More Stalling, Say Democrats - Gingrich on conservatives' radar - Democrats see minimum wage, stem cells as hot issues - Lieberman's Eroding Base - California's Dynamic Duo - Democrats fail to win big Hispanic support - GOP candidates wonder how far from Bush is best - Democrats' Plan Focuses on Middle Class - Conservatives encouraged by 'values' votes






cari sinistri, sull'indulto la scusa del ricatto non è convincente

Cari sinistri,
ok mi sono sbilanciato, io non vi amo e credo che la cosa sia reciproca, ho deciso di scrivervi questa lettera aperta per dirvi che sull'indulto la scusa del ricatto non è convincente.
Abbiamo già scritto che la riforma dell'articolo 79 della Costituzione, introdotta nei primi anni '90, era una polpetta avvelenata. Una polpetta avvelenata lasciataci dalla stagione giacobina e giustizialista di Tangentopoli. E non è un caso se proprio il campione di tangentopoli, l'ex PM Antonio Di Pietro, sia stato il campione dei contrari all'indulto.
Abbiamo parlato di scusa, "cari" sinistri, e vi diciamo subito il perchè. La nostra è ancora una democrazia parlamentare, aggiungiamo che per difendere QUESTA Costituzione vi siete pubblicamente stracciati le vesti, ed in quanto tale la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica sono i luoghi principe della formazione della volontà politica. Nella democrazia parlamentare il principio cardine è quello della maggioranza, ed in maggioranza ci siete voi cari sinistri.
Alla maggioranza compete l'onore e l'onere di formare un governo e di guidare i lavori del Parlamento, la minoranza , se ben fatta, ha il compito di vigilare e di proporre proposte emendative e/o alternative. In virtù di questo principio, se una legge arriva alla sua approvazione definitiva è perchè così ha voluto la maggioranza politica parlamentare.
Anche sull'indulto il discorso non cambia, certamente la questione del quorum elevato rischia di offuscare tale principio, ma non dimentichiamoci che se la maggioranza ulivista non avesse voluto l'approvazione dell'indulto, questo non sarebbe mai divenuto legge. A poco sarebbe servito il presunto ricatto di Forza Italia e UdC. Se l'indulto non fosse corrispondente all'identità, alle convinzioni ed all'utilità della maggioranza dell'Unione, oggi parleremo di un inutile spreco di tempo e di attese disilluse dei detenuti.
La questione però, "cari" sinistri, sembra essere altra ed allora abbiate il coraggio di dirla tutta.
Nel giro di due settimane, infatti, in Parlamento tutta o almeno ampi settori della CdL hanno votato insieme alla maggioranza su questioni importanti come il rifinanziamento delle missioni in Afghanistan e l'indulto, mentre soprattutto al Senato il Governo è cosretto a porre questioni di fiducia a go-go per paura della sua stessa maggioranza.
E' proprio la questione dell'allargamento della maggioranza, oppure una sua mutazione, quella che vi spaventa, "cari" sinistri. Avete avuto il segnale che la componente ulivista è disposta a liberarsi di voi come ci si libera della zavorra quando non si riesce ad volare più alto, e purtroppo la mongolfiera dell'unione è abbastanza appesantita da poltrone, poltroncine e strapuntini.
Buon volo....basso.

venerdì, luglio 28, 2006

The name of the right thing

In questi giorni si fa un gran parlare della nuova destra dopo la presentazione del documento Fini.
Ci permettiamo di far notare che il documento parlava espressamente di superare la dicotomia tra destra e sinistra e di sostituirla con la dicotomia "right and wrong". Quindi continuare a parlare di destra automaticamente genera incomunicabilità. Adesso però, caro Gianfranco, bisogna trovare un nome evocativo e coinvolgente alla "Right Thing".

bon jour padova

Adesso siamo in Europa. Finalmente.
Possiamo dirci europei. L'unione vince e l'Europa arriva in Italia, o meglio la Francia.
L'abbiamo nettamente e meritatamente battuta al Campionato del Mondo.
Ma noi italiani siamo così, ci sentiamo sempre dei provinciali.
Ci hanno scassato la minchia con la tolleranza, l'integrazione, con il ritornello della Bossi Fini che alimentava il razzismo. Hanno riaperto le quote dei flussi perchè altrimenti la situazione dell'ordine pubblico sarebbe stata ingovernabile.
Ebbene ieri nigeriani e magrebini hanno messo a soqquadro Padova, come riportava l'Ansa.
Aspettiamo la solita solfa sul fatto che la colpa è, come al solito, degli italiani.
I francesi come ministro dell'Interno hanno uno come Sarkozsy, noi Giuliano Amato.
Adieu Padova !!!

Il lupacchiotto, la nuova mascotte del Senato


"Guardando i fatti, i fatti che avete determinato voi, sarebbe non giusto non sostenere che prevalentemente sono eletto dalla maggioranza politica che ha vinto le recenti elezioni. Ma sarò il Presidente di tutto il Senato e in un dialogo fermo e mai abbandonato sarò il Presidente di tutti voi, con grande attenzione e rispetto per le prerogative della maggioranza e per quelle dell'opposizione, come deve essere in una vera democrazia bipolare che io credo di aver modestamente contribuito, anche con il mio apporto, a realizzare nel nostro Paese.".
Questo aveva detto nel suo discorso di insediamento il presidente del Senato Franc(esc)o Marini (Margherita).
Ier abbiamo avuto la conferma di quanto egli si senta parte in causa della maggioranza politica (molto molto precaria) dell'Unione in Senato.
Daw ne fa un resoconto preciso, noi ci limitiamo a riportare le parole ed i fatti.

mercoledì, luglio 26, 2006

Bart 'n' Fart

A nessuno importa quale è la definizione di peripatetica
A nessuno piacciono gli schiaffoni sulle scottature
Ai pesci non piace il caffè
Anche gli zoticoni sono persone
Chiappe.com non è il mio indirizzo email
Devo terminare ciò che ho iniziato
"È stato il presidente" non è una buona scusa
Finirò quello che ho cominc.....
denti dondolanti non hanno bisogno del mio aiuto
I miei compiti non sono stati rubati da un uomo con la pistola
I miei compiti non sono stati rubati da un uomo monco
I trapianti di organi vanno lasciati ai medici competenti
Il catrame non è un giocattolo
Il gas nervino non è un giocattolo
Il mio sedere non è degno di un sito internet
Il pianista nano non è un castigo divino
Il toupee del direttore non è un frisbee.
Io non ho il diploma da parruchiere.
L'inno nazionale non termina con "ave satana"
La biancheria intima va messa dentro e non fuori
La verità non è lì fuori
Le mutandate non sono salutari né per i bambini né per ogni altro essere umano
Le punizioni non sono noiose e senza senso
Le scimmie non sono insegnanti di ginnastica
Nessuno è interessato alla mia sciatica
Nessuno è interessato alle mie ascelle
Nessuno è interessato alle mie mutande
Non andrò molto lontano con questo modo di fare
Non applicherò ordigni esplosivi alle caffettiere
Non attaccherò più gomme sulla lavagna
Non chiamerò più la maestra "bella gnocca"
Non conierò più monete con la mia effige
Non declamerò l'ignoranza dei maestri
Non devo giocare col mio pistolino
Non devo più cercare di corrompere il preside
Non devo sbirciare nel bagno delle bambine
Non devo sculacciare gli altri
Non dirigerò più mie esercitazioni anti-incendio
Non disegnerò donne nude in classe
Non distribuirò più alcoolici ai compagni
Non dormirò più durante le lezioni
Non fa schifo essere te
Non farò più pagare il biglietto nei bagni
Non farò più puzze rumorose in classe
Non farò più quella cosa con la mia lingua
Non fotocopierò più la mia faccia
Non griderò più "al fuoco!" nella classe affollata
Non griderò più "è morta" durante l'appello
Non ho l'immunità diplomatica
Non ho la patria potestà sui bambini della prima elementare
Non incoraggerò più gli altri a volare
Non intenterò cause legali frivole
Non istigherò più alla rivoluzione
Non mangerò più cose sotto pagamento
Non mi chiamo dott. morte
Non offenderò più la città di San Francisco.
Non porterò più pecore in classe
Non posso assolvere i peccati
Non prescriverò più medicine
Non rutterò più in classe
Non scambierò più i pantaloni con gli altri
Non seppellirò il nuovo alunno
Non seppellirò più i bambini di prima elementare
Non sono autorizzato a dare fuoco ai supplenti
Non sono il mio fratello gemello
Non sono stato lì né ho fatto quella cosa
Non sono un dentista
Non sono una donna di 32 anni
Non sostituirò gli anticoncezionali della maestra con delle mentine
Non sprecherò più il gesso
Non sta bene sputare nei corridoi
Non userò più abbrev.
Non vedo niente di strano nell'ozio della maestra
Non venderò più cure miracolose
Per fare un'esercitazione anti-incendio non serve un incendio
Restituirò il cane guida
Scrivere in corsivo non significa scrivere corretto
Sherry non è "chiappona"
Sono proprio stanchissimo
Sputare non significa libertà di parola
Stanno ridendo di me e non con me
Un rutto non è una risposta
La gomma all'aglio non è un bello scherzo

Ma non erano costoro che volevano il dialogo ???

Forse sono io a sbagliarmi, ma non erano costoro che auspicavano un comportamento dialogante tra maggioranza ed opposizione ?
Non erano costoro che, soprattutto, in Senato non hanno mai smesso un attimo di indottrinare l'opposizione di centrodestra su come essere e fare opposizione ad un governo ??
Non erano costoro che si sono strappate le camicie (griffate) per dire che le riforme si fanno tutti insieme ???
Non erano costoro che, sotto gli auspici del Presidente della Repubblica che hanno eletto, hanno detto che non si può vivere, soprattutto al SEnato, sulla fiducia e sulla longevità dei senatori a vita ????
Ebbene lo hanno rifatto. E ne hanno messo ben due questioni di fiducia al Senato.
Una sul decreto Visco - Bersani, cioè quello che ne rimane dopo che lo stesso si è calato i pantaloni di fronte ai taxisti, farmacisti ed avvocati.
L'altra la chiederanno sul rifinanziamento delle missioni in Afghanistan ed in Iraq.
Quest'ultima è la più comica di tutte, poichè non è fatta contro l'opposizione, ma contro i dissidenti della stessa maggioranza.
Il (falso) leader Prodi, cioè colui il quale si era vantato di avere la legittimazione (sinistra) del popolo delle primarie, ha paura della sua stessa maggioranza. Una maggioranza cui non sono bastate ben 103 posti di governo tra ministri, vice e sottosegretari.
Una maggioranza che non è tale, ma come tale si comporta ed ha un unico argomento per cemntificarsi: l'antiberlusconismo.
Ed è talmente antiberlusconista che non riesce neanche ad accettare i regali che il Cav. le concede bellamente come la promessa, attuata alla Camera, di votare le missioni di pace in Afghanistan ed in iraq senza nulla chiedere in cambio.
Ora la CdL o quel che ne riamane deve prendere atto della situazione: si credono una maggioranza e si comportano arrogantemente come tale. Ebbene ne paghino tutte le conseguenze regolamentari, comunicative, elettorali e costituzionali.

martedì, luglio 25, 2006

Caro jinzo, io ci sto

Caro Jinzo, io ci sto !!!
Dopo aver letto il post "Neo-Lib: il futuro" che il grande Jinzo ha scritto sul suo Italian Libertarians volevo lasciare queste parole come commento, ma pare che splinder non me lo permetta.
Così ho deciso di scriverle qui, anzi di riscriverle.
Caro Jinzo, io ci sto.
"NeoLib deve lavorare oggi affinchè i Riformatori Liberali si trasformino nel partito liberale, liberista e libertario della CdL, togliendo definitivamente le tende da Forza Italia e assumendo il valore di una forza politica che si presenti alle elezioni autonomamente, ma sempre all'interno del centro destra.".
Caro Jinzo, io ci sto.
Ci sto perchè oramai l'unita dei liberali, se mai è stata possibile, non può essere fatta con questi "liberali" e ci sto perchè se mai si riuscirà a farla saranno coloro che non hanno poltrone o cadreghe a farla, anzi ad imporla alla "loro" classe dirigente.
Ci sto perchè il centrodestra ha davvero bisogno, oggi come mai, di una forza autenticamente liberale, magari in prospettiva di avvicinarsi alla famiglia liberale europea.
Ci sto perchè nell'animo sono sempre stato un salmone. Ho sempre lottato contro l'ipocrisia, la faciloneria e la comodità per amore delle miei idee e convinzioni.
Ci sto perchè tra i riformatori liberali e tra alcuni bloggers ho trovato degli amici sia on line che nella vita.
Puoi contare su di me, anche se non posso lasciare commenti sul tuo blog.
A presto e buon lavoro.

lunedì, luglio 24, 2006

(neo)reading around 2

Politicians need not abandon religion (Barack Obama)
My faith shapes my values, but applying those values to policymaking must be done with principles that are accessible to all people, religious or not. Even so, those who enter the public square are not required to leave their beliefs at the door.
Can Hillary win it all? (John Brummet)
Their theme is that modern Democrats didn't lose presidential elections because they were liberal. They lost because they didn't fight back, whether it was Dukakis in 1988 or John Kerry in 2004. You'll recall that Kerry was famously vacationing with a lead in the polls when the Bush machine turned loose a group calling itself Swift Boat Veterans for Truth to suggest he wasn't really a Vietnam hero.
Is the Daily Kos About to Implode? (Noel Shepperd)
It appears that the post-Yearly Kos month from hell is continuing for Markos Moulitsas Zuniga, the proprietor of the Internet's premier liberal blog Daily Kos. After receiving some extremely negative press from major publications such as the New York Times, The New Republic, and Newsweek immediately following his seemingly successful bloggers' convention in Las Vegas, Kos is now faced with an even greater challenge: dissension within his ranks.

Senza Montanelli e la Voce


Il primo ricordo che ho di indro Montanelli è legato alla mia infanzia. Ero un piccolo mocciosetto che amava leggere ed ero a casa di mio nonno. Era una estate calda come oggi. Il mio nonno, di origine familiare socialista, prese un libro dalla sua biblioteca e me lo diede in mano. Ricordo il titolo "L'Italia dei Comuni" e gli autori Indo Montanelli e Mario Cervi.
Rimasi colpito dalla scrittura e venni catapultato, grazie alla magia della scrittura, in quel particolare periodo storico dove si andava formando una certa idea dell'Italia.
Ricordo anche mio nonno nel darmi quel libro mi disse: "Montanelli è un fascista, ma un fascista galantuomo. Già solo per questo dovrebbe essere letto.".
Ebbene a 5 anni di distanza dalla morte di Indro Montanelli mi fa davvero piacere ricordare quell'episodio. Col tempo ho letto anche altri scritti di Montanelli ed ho capito che Montanelli non era un fascista, ma un autentico conservatore galantuomo. Montanelli è stato il grande padre di quella destra che oggi non c'è, come ha scritto Venenziani, ma a cui tutti noi aspiriamo.
"Noi volevamo fare, da uomini di destra, il quotidiano di una destra veramente liberale, ancorata ai suoi storici valori...Insomma l'organo di una destra che oggi si sente oltraggiata dall'abuso che ne fanno gli attuali contraffattori. Questa destra fedele a se stessa in Italia c'è.". Così scriveva il maestro di Fucecchio il 12 aprile 1995 nell'ultimo editoriale della sua ultima creatura, il quotidiano la Voce.
Oggi Montanelli è purtroppo una icona del centrosinistra, arruolato in nome del suo ultimo periodo antiberlusconiano. Credo che il compito di una destra davvero liberale e conservatrice sia quello di riappropiarsi di un maestro... e di capirlo.

(neo)reading around

A chasm in conservatism (Cathy Young)
"They believe that the fight against terror calls for desperate measures, and that American power can enable the spread of freedom abroad. But these good intentions have been coupled with an arrogance of power that may yet take us down the proverbial road to hell.".
Democrats Lose if Lieberman is defeated (Peter Brown)
"The defeat of Lieberman, among the Democrats most conservative senators, would again raise the specter of a Democratic Party dominated by a liberal wing unwilling to tolerate dissent.".
Democrats vs. Wal-Mart (Trevor Bothwell)
"The importance of this decision cannot be overstated, not least because it prevents--for now, anyway--Maryland lawmakers from playing politics with private business.".
Faith and nationalism: Indivisible in America (Michael Medved)
"Defenders of secularism might argue that we will enjoy a brighter, better future by severing the associations between faith and nationalism, but they shouldn't attempt to mischaracterize the past — or to suggest that they're returning us to an era of absolute church-state separation that never existed. ".
Give war a chance (Michael Goodwin)
"Hezbollah starts a fight, so it'stime to teach terror a lesson.".
The Only Exit Strategy (Charles Krauthammer)
"There is crisis and there is opportunity. Amid the general wringing of hands over the seemingly endless and escalating Israel-Hezbollah fighting, everyone asks: Where will it end?
The answer, blindingly clear, begins with understanding that this crisis represents a rare, perhaps irreproducible, opportunity.".

test(ate a) Blatter


Non siamo interisti e non amamiamo il giocatore Materazzi. Ciò però non ci impedisce di essere schifati dalla giustizia di merda che la FIFA di Blatter ha applicato nel caso della oramai tristissima testata di Zidane a Materazzi.
Una "giustizia" amministrata con criteri razzisti e di marketing, volta a sedare le polemiche sterili e pretestuose dei francesi.
Ha vinto chi ha urlato di più.
Zidane, che nel frattempo si è ritirato dal calcio, becca tre giornate. Materazzi, due. Eppure non era stato espulso, né ammonito in quell'attimo.
A ben guardare c'è da indignarsi di questa giustizia di merda applicata dalla FIFA. Organismo internazionale retto da Joseph Blatter, il famoso prestidigitatore che manipolò di fronte al mondo intero un sorteggio mondiale, che, senza vergogna e con una faccia da c.lo, non va a consegnare la coppa del mondo agli azzurri, come cerimonia prevede, pur avendo assistito alla partita.
Su Libero, Marino Bartoletti ha scritto a proposito di Blatter: "o è stupido, o è stronzo"
...la seconda che hai detto.

p.s: seganliamo il notevole post di Man of Highland a riguardo

E' urgente riformare il meccanismo legislativo corrotto da tangentopoli

Lo scriviamo subito a scando di equivoci: questo è un post a favore dell'amnistia e dell'indulto.
Qualcuno ci criticherà, qualche altro ci elogerà, altri diranno che non possiamo dirci di "destra" perchè a favore ed altri, invece, diranno che siamo di "destra" proprio perchè favorevoli.
Quello che però ci preme sottolineare in questo post è la necessità, oramai improrogabile, della riforma delle procedure di approvazione delle leggi di amnistia e di indulto. Se non fosse intervenuta la Corte costituzionale, avrei anche incluso la grazia.
Era il primo marzo del 1992 quando il Parlamento deliberò definitivamente, secondo le procedure di revisione costituzionale previste dall'articolo 138 della Costituzione, la riforma dell'articolo 79 della Costituzione.
Il nuovo testo, tuttora vigente, così recita:" L'amnistia e l'indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale. La legge che concede l'amnistia o l'indulto stabilisce il termine per la loro applicazione. In ogni caso l'amnistia e l'indulto non possono applicarsi ai reati commessi successivamente alla presentazione del disegno di legge.".
Con questa nuova formulazione si introduceva una nuova figura (aberrante) di legge, a metà strada tra la legge ordinaria e la legge di revisione costituzionale, figlia del clima giudiziario e giacobino di tangentopoli. Una legge che deve essere votata necessariamente con un quorum aggravato dai due terzi dei componenti di ciascuna Camera senza possibilità di altre procedure.
Qualcuno potrebbe dire che anche le leggi di revisione costituzionale prevedono per la loro definitiva approvazione una procedura aggravata ed il quorum dei due terzi. Ciò è vero, anche se in parte. L'articolo 138 della Costituzione, però, prevede anche un altro procedimento di revisione che salva la facoltà della maggioranza di proporre ed deliberare una legge di revisione costituzionale, facendo ricorso al referendum confermativo in caso di approvazione a maggioranza, o con quorum inferiore ai due terzi, della legge di revisione costituzionale.
Siamo al paradosso, tutto molto italiano potremmo dire, ove si può a maggioranza modificare la Costituzione, ma non si può approvare a maggioranza una legge di amnistia e di indulto.
Siamo di fronte, forse, al peggior frutto avvelenato del giacobinismo giudiziario di tangentopoli ed è per questo che sarebbe il caso porre un rimedio forte a questo meccanismo legislativo corrotto.
Non è un caso se proprio la vestale di tale furor giacobino, il ministro Antonio Di Pietro, sia il più fiero oppositore all'indulto.

venerdì, luglio 21, 2006

Qualcosa di sinistro 2

Gennaro Migliore, capogruppo a Montecitorio di Rifondazione comunista, in una intervista al Corriere a riguardo degli onorevoli "dissidenti" sul rifinanziamento delle missioni in afghanista ed iraq ha detto:"Il senso di appartenenza ad una comunità è molto forte.E quando si compiono azioni politiche che danneggiano questa comunità, mi incazzo molto. Ho sentito troppe volte distinguere tra partito e le coscienze.".
Secondo (il) Migliore quindi, il partito non sbaglia mai. Ed i disobbedienti, candidati dal partito che non sbaglia mai, non sono compagni che sbagliano, ma compagni che danneggiano.
...Come i disobbedienti di corso Buenos Aires.
(Si nasce da incendiari e si finisce deputato pompiere)

qualcosa di sinistro 1

Massimo Villone, senatore dell'Ulivo, ha ieri annunciato che voterà contro il rifinanziamento delle missioni in Afghanistan ed in Iraq al Senato, a meno che il Governo non ponga la (ennesima) questione di fiducia.
Secondo il costituzionalista di Berlusconi, con l'apposizione della questione di fiducia il problema non sarbbe il finanziamento delle missioni in terre straniere, ma il mantenimento in vita del Governo Prodi. Sulla prima questione il senatore non è disposto a cedere, sulla seconda questione, invece, non sarebbe una "ritirata", ma un rinnovamento del patto di maggioranza.
La questione, dunque per Villone, è tra il pagare gli stipendi (miseri) ai militari italiani impiegati a garantire la vita di cittadini liberati dal fascismo talebano e di Saddam ed il pagare gli stipendi (ricchissimi) del Governo Prodi (bis) della carica dei 103 (ministri+vice+sottosegretari).
...salviamo il soldato Prodi.

giovedì, luglio 20, 2006

Prime considerazioni sul nuovo corso di Allenanza Nazionale

"Ripensare il centrodestra nella prospettiva europea" questo il titolo del documento che Gianfranco Fini ha presentato all'esecutivo di Alleanza Nazionale.
Il titolo è abbastanza promettente fin dalla scelta della sottile, ma non nascosta, idea di critica insita nella scelta del verbo.
Fini, in questo, è coerente con quanto ha espresso da un po' di tempo a questa parte: cioè la morte della CdL così come è stata conosciuta fino ad adesso. ma Fini fa anche un passo avanti, abbastanza coraggioso, individua nella dicotomia destra-sinistra un limite all'attuale democrazia italiana bloccata. " Lo schematismo destra / centro, che appartiene più alla politologia che
alla politica, più ai commentatori che agli elettori, è un limite da superare in termini di analisi e di proposta per non rimanere prigionieri di categorie che rischiano di alimentare sterili contrapposizioni e di frenare la nostra capacità espansiva
."
Ma Fini riesce anche a scorgere la Right Nation Italiana. "c'è "un popolo delle libertà" che ha finalmente e per la prima volta preso coscienza di sé. E ci sono forze politiche che hanno valori comuni, forza e alleanze reali,e che devono rinnovare se stesse in un rigeneratore "big bang" che faccia prendere forma ad una nuova speranza. La CdL come l'abbiamo conosciuta non c'è più e va ripensata; ma c'è metà Italia, la più dinamica e produttiva, la più vicina all'Europa, che sente d'essere un "popolo" e si colloca nel centro destra, senza più trattini e distinzioni.". Ed l'idea dicotomica e plurisemantica del termine "Right" è espressamente detto quando lo stesso documento recita: "Non dobbiamo fare distinzione fra "right and left" ma fra "right and wrong.".
Certamente la parte più succosa e strategica del "nuovo corso" è la scelta del PPE Europeo. "Alleanza Nazionale è una forza europeista, intende contribuire ad un processo di riforme e di innovazione della UE e ritiene che il Ppe sia ormai diventata la casa comune di coloro che, popolari e nazionali, considerano l'Europa il loro destino, la loro Patria.".
Un PPE inteso come luogo politico del conservatorismo, (neo, new e next), e si inserisce in quella corrente ideologica che in Europa ha Cameron e Sarkozsy come esponenti di punta, in Aznar un padre nobile, ed in G.W. Bush e Koizumi i corrispettivi globali.
Welcome Home Mr. Fini da molto tempo auspicavamo questa svolta.
Una svolta che è sia politica sia culturale. "Diversi modelli europei ci offrono l'esempio dell'opportuna sinergia tra le istituzioni culturali ed i partiti politici: è il caso della Fondazione FAES, per anni propulsore delle iniziative politiche del Partito Popular spagnolo, che
oggi non a caso ha come suo massimo ispiratore Josè Maria Aznar. E' il caso della Conrad Adenauer Stiftung e la Hans Seidel Stiftung per la Cdu-Csu in Germania, nonché per la Center for policyes stuedies (
purtroppo scritta così nel testo n.d.r.), presieduta da Margaret Thacher, rispetto alle opzioni politiche dei Tories. E' il caso, negli Stati Uniti, del ruolo svolto dalla Heritage Foundation e dall' American Interprise Institute,(purtroppo scritto così nel testo n.d.r.) in diverse forme fucine di idee e proposte politiche per il Partito Repubblicano.".
A great revolution Mr. Fini, anche se forse sarebbe meglkio studiare un po' di più l'inglese visto che si dice Center for policy studies ed American Enterprise Institute, ma la strada indicata è quella giusta.
C'è una sola falla: i blog non vengono assolutamente menzionati.
Non speravamo in una menzione nostra o di Tocqueville, ammettiamo che sarebbe stata molto molto gradita, ma il silenzio (assordante) sugli attori della rivoluzione digitale salta davvero agli occhi.
Ignorare così bellamente un "esercito" di blog conservatori, liberali, popolari e liberali sarebbe davvero un segnale di una pericolosa miopia politica. Un partito che si disegna un futuro ambiziono come AN non può partire in una maniera zoppa con il rischio di non riuscire a colmare il digital divide con la blogosfera mondiale, europea ed italiana.
Una blogosfera, soprattutto italiana che, durante le ultime elezioni politiche del 9 e 10 aprile aveva prodotto, aveva guardato con favore proprio a Fini con l'esperimento dei Blogs for Fini Premier.
Speriamo che nelle discussioni che seguiranno al documento qualcuno faccia presente tale aspetto. Da parte nostra c'è la più ampia garanzia che quando prenderemo la parola in una qualunque assemblea di AN lo faremo.

martedì, luglio 18, 2006

Opa ostile sull'opposizione

“Non possiamo pensare di durare 5 anni a palazzo madama con i voti dei Senatori a vita.”.
Enrico letta almeno è stata sincero. Ma tale sincerità non lapalissiana come potrebbe sembrare, prima facie.
Che le fondamenta del governo Prodi (bis) non siano così solide, soprattutto al Senato, non è una novità. Che, però, questa fragilità porti automaticamente al cedimento strutturale dell’esecutivo non è detto.
Tolti i senatori a vita, infatti, l’unione a palazzo madama gode di appena 2 voti di scarto nei confronti della CdL. Qualsiasi persona intelligente e minimamente esperta di diritto parlamentare sarebbe preoccupata di ciò.
Enrico Letta rientra in questa categoria. Il (suo) Presidente del consiglio, invece no. Il presidente Prodi, infatti, finge di non vedere la situazione, preso da una sindrome da onnipotente impotenza capace solamente di moltiplicare, rectius spacchettare, i ministeri ed i sottosegretari e di predicare il diritto alla felicità per tutti. Anche la (estrema) sinistra radicale si salda con le posizione di Propdi perché proprio la figura del Presidente del consiglio e l’annessa “onnipotente impotenza” è la miglior cassa di risonanza ed il miglior dividendo politico per la sua perenne campagna elettorale.
Più Romano Prodi rimane a palazzo Chigi, con la sua fragile maggioranza, più cambiali elettorali dovrà onorare alla (estrema) sinistra radicale ed estremista.
Non è un caso se proprio il leader maximo di questa sinistra, il deputato presidente Fausto Bertinotti, abbia richiesto, ieri sulle pagine del Corsera, 5 anni per preparare l’alternanza allo stesso Prodi.
Enrico Letta si pone il problema per cominciare a governare.
Romano Prodi non si pone il problema per continuare a credere di comandare.
La strategia di Letta (Enrico) è chiara e semplice: lanciare una OPA ostile sui Senatori della CdL.
Non è un caso se questa OPA ostile sia avvenuta e “lanciata” proprio in occasione dell’esecutivo della Margherita. Proprio la Margherita si pone, infatti, come rifugio sicuro al confine con alcuni settori moderati della CdL , magari di estrazione cattolica.
E’ ovvio che se fossimo in Letta preferiremmo i cd. peones, trattati al pari dei piccoli azionisti, ovvero allettati da un guadagno piccolo ma sicuro.
E’ ovvio, pure, che le adesioni all’Opa dovrebbero avvenire in forma individuale, cioè come una sorta di risultato di un travaglio interiore, perché se ci fosse una transumanza di interi gruppi organici si potrebbe pensare ad un cambio di maggioranza.
E’ anche ovvio che l’appello di letta fosse rivolto a Follini e Tabacci, individuati come l’anello debole della compattezza della CdL. Eppure se dovessimo lanciare una OPA sui senatori della CdL, proprio Follini e Tabacci sarebbero quelli che noi non vorremmo. Follini e Tabacci non sono abituati a fare i peones e non si accontenterebbero delle briciole, ma a lungo andare minerebbero anche la Margherita.
In questa situazione c’è da dire che alcune prove di “compattezza” della Cdl sono state disastrose. Basti pensare al caso della presidenza di Benvenuto in Commissione Finanze o del caso Bianco in commissione Affari Istituzionali.
L’OPA è stata lanciata, adesso bisogna vedere se qualcuno aderirà, se aderirà.

sabato, luglio 15, 2006

Il Sindaco interviene

Il Sindaco interviene....alla grandissima

TocqueVille 2.0. Don’t Panic!

....La forza di TocqueVille è soprattutto quella di offrire ai suoi lettori un panorama di notizie, analisi e commenti alternativo a quello che, giorno dopo giorno, viene offerto a senso unico dai mainstream media, per raggiungere la massa critica sufficiente a scavalcare i confini della blogosfera e incidere direttamente nel mondo dell’informazione e nel dibattito politico-culturale. E’ questa mission principale di TocqueVille.....
...E si avvicina il momento di verificare se TocqueVille sia in grado di procedere con le proprie forze verso gli obiettivi che si vuole prefiggere....
Siamo nati intorno al (centrodestra) e lì moriremo (tra un paio di secoli), sempre cercando di costruire un luogo politico e culturale per la convivenza tra liberali e conservatori. Da qui al legarci mani e piedi ad una CdL che si sta tristemente dissolvendo… ce ne passa....

venerdì, luglio 14, 2006

Calciopoli 1° atto


La CAF presieduta da Cesare Ruperto ha emesso la sua sentenza.
La Juventus in serie B con 30 punti di penalizzazione, 2 scudetti revocati e 80.000 Euro di ammenda.
La Lazio in serie B con 7 punti di penalizzazione.
La Fiorentina in serie B con 12 punti di penalizzazione.
Il Milan penalizzato di 44 punti in questo campionato rimane in serie A, ma non farà la Champions League e 15 punti di penalizzazione per il prossimo campionato
La Gazzetta dello Sport di oggi ci è andata vicino, ma non troppo.
Adesso diranno che il calcio è finalmente pulito, almeno fino al prossimo scandalo.

giovedì, luglio 13, 2006

Votare la missione si può votare, ma convertire il decreto è compito loro

Silvio Berlusconi ha battuto il colpo. Intendiamoci non rinneghiamo di aver sottolineato ciò che l'opposizione di Centrodestra ha fatto, rectius non ha saputo fare, fino a questo momento in Parlamento.
L'ultima stronzata è stata fatta ieri in Commissione Affari Istituzionali del Senato.
Ma la disponibilità, senza se e senza ma, a votare il rifinanziamento della missione in Afghanistan espressa dal leader del centrodestra a nome di tutta la opposizione non è una mossa pergrina.
Anche noi siamo per non fare sconti a Romano Pordi, lo abbiamo scritto per mari e monti, ma questa disponibilità ci convince.
Se l'Unione voterà a favore del rifinanziamento farà una figura di merda, (quando ci vuole ci vuole), se non lo farà Romano Prodi dovrà prendere atto dello sfaldamento della sua maggioranza e tirarne le conseguenze. Potrebbe anche non dimettersi, ma il danno di immagine sarebbe insopportabile ed avremmo almeno tutta l'estate per martellarlo, e subito dopo arriverà la Finanziaria.
Se l'Unione voterà contro sè stessa, la maggioranza è finita. Morta,deceduta,kaputt,andata e chi ha più sinonimi li usi.
La disponibilità senza se e senza ma va bene però, perchè il però ce lo vuole, la Casa della Libertà deve votare a favore del rifinanziamento della missione in Afghanistan non deve approvare la legge di conversione del decreto.
Quello è compito di una maggiornaza che si ritenga tale.

mercoledì, luglio 12, 2006

La legge del Far West (parola di Zidane)


Qualcuno vi guarda torvo ? Dategli un pugno sul muso ! Qualcuno vi suona il clacson ?? Scendete pure e e rompetegli qualche dente !! Qualcuno vi manda aff... ??? Prendete la pistola e sparategli pure.
Girate armati di coltelli, spranghe e mazze chiodate.
Siamo tornati alla legge del Far West, parola di Zinedine Zidane.
"Si guarda sempre alla reazione e mai alla provocazione, ma il vero copevole è quello che provoca.".
Poi magari aggiungeteci anche che la provocazione aveva un significato razzista.

p.s.: se poi avete una mamma molto battagliera fategli rilasciare la seguente dichiarazione: "va castrato, voglio i suoi testicoli sul piatto".
Peccato che Berlusconi abbia già usato i "coglioni".

Letture per l'ombrellone


"L'avvocato conosceva bene la Storia e sapeva che il futuro si legge nelle strade, nelle fabbriche e nelle caserme molto più chiaramente che sulle pagine dei giornali."
.....
" E perchè Dio vuole che stia con lui ?"
"Non lo so, ma se un giorno lo incontriamo glielo chiederemo."
....

Carlo Ruiz Zafòn "L'Ombra del Vento"

Inincidenti ed inconcludenti (1° puntata)

Non ci piace avere ragione, perchè chi ha ragione ha solitamente si rende antipatico. Soprattutto non ci piace avere ragione postuma. Vorremmo qualche volta essere ascoltati prima e magari sbagliare molto di più.
Proprio ieri nel post "Dopo Sestri..." definivo l'attuale atteggiamento dell'opposizione di CdL "di maniera, inincidente ed inconcludente". Mentre scrivevo queste cose, andava in scena l'ennesimo episodio di inincidenza ed inconcludenza.
Mi riferisco al tragicomico epilogo della "mozione D'Elia". Non voglio entrare nel merito, anche se sono d'accordo con l'intervento di Benedetto della Vedova, ma quello che mi ha davvero sconcertato è stato l'atteggiamento dellla opposizione (di una parte) del centrodestra.
L'epilogo del ritiro della mozione D'Elia, visto lo smarcamento della Lega, i mal di pancia di AN ed i vari dissenzi di alcuni onorevoli della coalizione, è stato davvero disarmante.
Possibile che prima di presentare questa mozione, la CdL non si sia contata ? Possibile che, vista l'assoluta mancanza di strategia e tattica, la CdL, che rappresenta almeno la metà degli italiani, debba rincorrere in maniera affannata e raffazzonata qualsiasi focolaio di protesta (spesso senza proposta).
C'è quasi da rimpiangere i girotondi.
"Erano partiti per menare e furono menati", credo che sia opportuno finire così.
Purtroppo per ora.

martedì, luglio 11, 2006

Dopo Sestri...

Peccato, peccato davvero. Robinik, Calimero, Watergate ed adesso Harry hanno lasciato Tocqueville. Peccato che su TV i loro post non compariranno, (noi in cuor nostro speriamo che ci ripensino davvero), ma comunque potremmo sempre leggere quello che intelligentemente scrivono sui loro blog.
Hanno lasciato Tocqueville, non la blogosfera italiana. Questo sarebbe stato un vero e proprio delitto. E' indubbio che, soprattutto dopo Sestri Levante, una strana cupio dissolvi pare essersi impadronita di chi aveva condiviso ed aiutato, molto più del sottoscritto, a creare il successo di Tocqueville.
Non a caso ho usato quella locuzione latina che è di San Paolo perchè l'intera frase è questa: "Sono messo alle strette tra due scelte: il desiderio di morire (cupio dissolvi) ed essere con Cristo..., ma d'altra parte è più necessario, per voi, che resti nella carne".
Ora, mi scuseranno gli anticlericali ed i laicisti di Tocqueville, se ho citato le sacre scritture perchè a me piace molto, invece, la seconda parte della frase in questione, (è più necessario, per voi, che resti nella carne).
Ora non mi voglio rendere necessario, ma mi sarebbe piaciuto che i blogger in questione fossero rimasti nella carne di Tocqueville.
Il convegno di Sestri Levante sta segnando un vero e proprio spartiacque tra noi. La questione identitaria che all'inizio non è stato un peso per iniziare Tocqueville, adesso sembra che invece sia divenuto un macigno.
Certamente il convegno di Sestri, almeno per quello che mi ero figurato, sembrava essere propedeutico alla creazione di un movimento politico, e non partitico, che provvedesse alla creazione di un nuovo centrodestra italiano, ancorato alla tradizione repubblicana americana.
Passatemi la metafora biblica e, soprattutto, spropositata sono venuto a Sestri pensando di essere il "sale della terra". Magari fantasticavo di parate di politici pronti ad intervenire, (e a ringraziare), noi bloggers di Tocqueville per quello che in un anno abbiamo dato alla CdL ed al centrodestra italiano.
Così non è stato.
La realtà mi ha davvero mozzicato.
La politica, scritta con la p minuscola volutamente, ci ha snobbato, tranne Palmieri e Taradash, e nessuno ci ha ringraziato.
Io lo dico francamente: anche a me sarebbe piaciuto una folla oceanica ed osannante a Sestri.
Ma il passaggio da "folla" a "follia" è davvero piccolo.
Tutti noi bloggers di centrodestra in Tocqueville sappiamo che così la CdL non può andare avanti, a meno di non consegnarsi mani e piedi ad una sterile opposizione di maniera, inincidente ed inconcludente.
Però, credo, che la soluzione non sia quella di gridare più forte, o di inasprire le nostre identità culturali nei confronti degli altri cittadini, soprattutto se aggregatori.
Credo che sia necessario tornare all'entusiasmo iniziale di Tocqueville.
Quell'entusiasmo che ci ha fatto sognare "quella città sopra la collina", che ci ha spinto ad unirci pur con le nostre differenze.
Tocqueville è di fronte ad un bivio. Un bivio cui siamo arrivati grazie all'opera di tutti, nessuno escluso. Si profilano delle novità per Tocqueville, ma io credo che le ragioni ideali che ci hanno portato ad unirci siano ancora vive e fertili.
La realtà ci ha morso, ebbene i neoconservatori americani hanno cominciato così.
...Pensate a dove sono arrivati oggi.

lunedì, luglio 10, 2006

Una richiesta a Libero

Nella notte tutte le vacche sono nere, ma speriamo che adesso non tutti si ammantino del tricolore.
Non siamo tutti italiani, non lo siamo mai stati.
A me piacerebbe che il quotidiano Libero, pubblicasse quello che i soliti "antiitaliani" hanno detto nei confronti dell'Italia calcistica e di questa avventura mondiale.
Ovviamente corredata di nomi e foto.
Almeno sapremo chi è sempre stato italiano e chi lo è divenuto dopo per opportunismo.
Speriamo che qualcuno ci ascolti...

Torna Oronzo


Oggi è davvero una giornata speciale. Dopo essere divenuti campioni del mondo. E' di oggi la notizia che torna Oronzo Canà, il mitico allenatore della Longobarda, e la sua famosissima bi-zona (5-5-5).
E' stato lo stesso Lino banfi a confermarlo in occasione dei suoi 70 anni.
Prepariamoci ad una nuova scorpacciata di risate.

p.s.: mi avete preso per un coglione ?

Grazie Marcello Lippi


Grazie Marcello Lippi, grazie davvero.
Lo scrivo da italiano e da juventino impenitente. La vittoria della coppa del mondo porta la tua firma. Ho ancora nelle orecchie e nel ricordo le contestazioni e le pressioni che hai dovuto subire all'inizio di questa avventura mondiale. Volevano le tue dimissioni, ed oggi le stesse persone, invece, ti acclamano. Lo fanno perchè sanno già che te ne andrai, si dice verso la "perfida" Albione.
Ma Tu hai tenuto duro, hai seguito la tua strada ed alla fine hai avuto ragione tu. Questa Italia ti assomiglia, pratica, cinica, guerrigliera, disposta al sacrificio e poco incline alla spettacolarità.
Carissimo Marcello Lippi hai sempre avuto fiducia in questo gruppo di giocatori, li hai sempre difesi contro tutto e tutti ed oggi è giusto che sia tu ad essere osannato.
E' un duro mestiere quello dell'allenatore, ma soprattutto quello del commissario tecnico. Primo devi combattere contro 57 milioni di C.T., poi devi sapere amalgare quello che una terra calcistica produce, senza operare sul mercato.
E' giusto andare via ?
Io credo di si. Hai raggiunto il massimo che si poteva ottenere, un'altra vittoria sarebbe solamente ordinaria routine per chi è campione del mondo. Una sconfitta, invece, sarebbe una tragedia nazionale e tutti saranno pronti a sacrificarti sulla pubblica piazza.
Posso solo augurarti buona fortuna, perchè da juventino mi hai regalato delle emozioni grandi e perchè da italiano mi hai fatto vivere emozioni fortissime che rimarranno sempre vive nella memoria.
Auguri Marcello Lippi e di nuovo grazie davvero.

pollen fritten alla fermaten di Berlinen

Tetracampioni !!!!


24 anni dopo Spagna 82, l'Italia è di nuovo campione del mondo, anzi tetracampione. Sono 4 i trofei, quattro coppe che ci incoronano come la nazionale di calcio più titolata del continente europeo, quattro stelle che dalla prossima partita ufficiale brilleranno sulla maglietta azzurra e sul tricolore.
Questa volta i rigori sono stati dolcissimi, tanto tanto dolci.
Fabio Grosso ha cancellato gli errori di Donandoni e Serena nel '90, di Baresi e Baggio del '94 e di Di Biagio nel '98. Non è stato solo un tiro, ma la rottura di una maledizione. E' bello che sia stato proprio Grosso a mettere il suggello su questa vittoria. E' stato lui a procurarsi il rigore contro l'Australia e suo il gol che ci ha spianato la strada verso Berlino contro la Germania.
Abbiamo sempre tifato Italia e sentiamo nostra questa coppa.
L'Italia è campione del mondo, adesso radical chic del c..zo continuate a tifare Ghana.
Siete stati serviti.

venerdì, luglio 07, 2006

Sono colpevole

E' inutile aspettare che arrivino di primo mattino a casa per arrestarmi. Sono molto pigro ed ho anche il sonno pesante, tanto vale dichiararmi colpevole immediatamente e magari guadagnare qualche ora di sonno in più.
Quindi confesso. Sono colpevole.
Sono colpevole di essere un filoamericano, ma non di quelli che votano l'asinello democratico. Vista anche la mia mole sono un Repubblicano, anzi un neoconservatore.
Considero G.W. Bush uno dei migliori presidenti che gli USA hanno mai avuto ed ho anche pianto, ma non di gioia, per il crollo delle Twin Towers.
Sono colpevole, poi, di essere un italiano. Uno di quella maggioranza che sta dalla parte di Berlusconi e lo vota convintamente.
Non vado in piazza ad urlare 10,100,1000 Nassirya. Ma ho pianto per gli attentati contro le nostre forze armate.
Sono colpevole poi di essere filoisraeliano e di riconoscere lo Stato ebraico, non in maniera equivicina o equidistante, ma come la vera e l'unica democrazia del medio oriente, in attesa di vedere sbocciare quella irachena e afgana. E di sperare che Israele possa entrare nella NATO e nell'Unione Europea.
In tutto questo c'è l'aggravante di essere un liberale, senza se e senza ma. Di essere un feroce anticomunista e di schifare i cattocomunisti ed i neoconvertiti ex radicali.
E poi leggo con regolarità Libero, e molte volte sono d'accordo con Feltri e Farina.
Ebbene si, signor giudice, sono colpevole di non sapermi adeguare ai tempi imperanti e di sperare vanamente che ci sia un giudice a Berlino.
A Berlino appunto, non in questa Repubblica Italiana.
Questa è la mia confessione, dove devo firmarla ???

Semplicemente...

Leggettevi questo post di Daniele Sfregola. Semplicemente grandioso, semplicemente intelligente, semplicemente liberale.

giovedì, luglio 06, 2006

cari amministratori locali di centrodestra esiste una terza via tra la protesta ed il bersanismo

La mossa del decreto Bersani è stata una abile mossa del governo Prodi, bisogna dargliene atto. Abile mossa perchè se si è contro, automaticamente, nell'immaginario collettivo, si è inseriti tra i conservatori ed i classisti, se si è a favore, automaticamente si è liberali.
Eppure, in realta, il bivio a ben guardare non è tale, perchè nasconde un piccolo sentiero che, però, è ampiamente praticabile.
Ci vuole solo un po' di coraggio. Ed a mettercelo devono essere proprio gli amministratori della CdL, soprattutto sindaci, sparsi sul territorio.
L'idea base, purtroppo, non è nostra. Ma viene da un bellissimo think thank italiano autenticamente liberale come l'istituto Bruno Leoni. E' davvero il classico uovo di colombo: " il governo locale dovrebbe regalare una licenza liberamente cedibile a chiunque ne abbia già una. Tale provvedimento inoltre dovrebbe prevedere una successiva apertura, tra i 18 ed i 24 mesi, di un nuovo bando per altre licenze".
Ribadiamo che la linea della conservazione e del cavalcare la protesta è nettamente perdente nell'opinione pubblica, che è poi quella che vota.
Un provvedimento di tal genere, immediatamente adottabile da qualunque Giunta comunale, invece riesce a conciliare le aspettative dei tassisti che hanno un congruo periodo per poter utilizzare imprenditorialmente la licenza aggiuntiva, per esempio vendendola per ricavarne un ristoro economico, e le esigenze dei consumatori, in quanto le licenze vengono immediatamente raddoppiate.
Speriamo che qualche amministratore, autenticamente liberale e di centrodestra, ci pensi e lo attui.

martedì, luglio 04, 2006

Adessen mangiatevi kvesta....

In risposta al boicottaggio della pizza



Fikkateveli su per il Q.lo

lunedì, luglio 03, 2006

happy indipendece day america


Non è il critico che conta, non l’uomo che indica perché il forte cade o dove il realizzatore poteva fare meglio. Il merito appartiene all’uomo che è nell’arena; il cui viso è segnato dalla polvere e dal sudore; che lotta coraggiosamente; che sbaglia e può cadere ancora, perché non c’è conquista senza errori e debolezze, ma che veramente lotta per realizzare; che conosce il grande entusiasmo e la grande fede; che si adopera per una nobile causa, che tutt’al più conosce alla fine il trionfo delle alte mete, e che nel peggiore dei casi, se fallisce, cade almeno gloriosamente, cosicché il suo posto non sarà mai vicino alle anime pavide e paurose che non conoscono né la vittoria né la sconfitta.
(THEODORE ROOSEVELT)

Usiamo le loro stesse armi e le loro stesse parole d'ordine: liberalizzazione e concorrenza

"Complimenti al governo di centrosinistra. Le idee ci sono, anche se spesso molto sbagliate. Ma al di là dei giudizi di merito il punto è che la squadra dei ministri di Prodi sembra capace di realizzarle queste idee, quantomeno sembra in grado di dettare l’agenda politica italiana, non di subirla." Era il 7 giugno quando Christian Rocca scrisse questo articolo (di cui riportiamo solo l'inizio) su Il Foglio .
Sullo stesso tenore si situa anche Mariniello con questo post "Se noi in 5 anni, senza tirare in ballo teorie economiche o filosofiche (il tanto odioso liberismo), avessimo “ragionato” politicamente, avremmo liberalizzato tutti i settori a noi politicamente ostili. Avremmo fatto una grande mossa strategica e (non volendo) un piacere all’Italia."
Volenti o nolenti, il Governo Prodi, tramite il Ministro Bersani, ha varato il suo (primo???) pacchetto di liberalizzazioni. E' indubbio che una sana e robusta dose di liberalizzazione e di concorrenza nella nostra economia ci vuole davvero, come è indubbio che le categorie che sono stati colpite dalle norme siano considerate da questo governo come di centrodestra e quindi "nemiche".
Non vorrei entrare nel merito delle proposte, almeno per adesso, quando piuttosto riflettere sul metodo adottato dal Ministro Bersani, che ricordiamo non è nuovo a questi atti, basti ricordare la riforma del commercio che porta il suo nome.
Secondo me è stato proprio il metodo che ha "impressionato" favorevolmente alcuni settori del centrodestra. Il ministro Bersani non ha fatto nessun proclama e non ha concertato alcunchè. Bersani ha fatto cioè quello che 5 anni fa speravamo facessero, e non hanno mai fatto, un Tremonti, un Maroni oppure un Marzano.
Su questo ha parzialmente ragione Panebianco, ieri sul Corriere, quando il politologo scrive:"Il guaio è che il governo Berlusconi non riuscì a introdurre concorrenza nemmeno nei settori ove era prevalente la sinistra. Con l'eccezione, certo rilevantissima, della legge Biagi, il centrodestra non riuscì, ad esempio, a liberalizzare fino in fondo il mercato del lavoro. Fece un tentativo puntando all'abrogazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ma fallì. Né ebbe la capacità o la volontà di liberalizzare il vasto settore dei pubblici servizi. Scelse, piuttosto, in quell'ambito, di non scontrarsi con le lobbies sindacali. Deludendo così la parte di elettorato che aveva creduto nelle sue promesse di liberalizzazione. E facendo un cattivo affare elettorale: lungi dall'essere grata al centrodestra per non averne smantellato i privilegi, la maggioranza degli addetti del settore pubblico ha votato a sinistra nelle ultime elezioni. Il centrosinistra, con il pacchetto Bersani, ha fatto bene il mestiere suo. Il centrodestra dovrebbe cominciare a riflettere sul perché, quando governava, non riuscì a fare altrettanto."
Certamente l'editoriale di Panebianco non è completo ed a mettere le cose a posto ci ha pensato magistralmente il blog Semplicemente Liberale, (davvero un grande), con questo intervento: "Panebianco omette un dato, che non rende giustizia ai cinque anni trascorsi e risponde al riflesso incondizionato dell'amplificazione mediatico-comunicativa delle azioni di un governo di sinistra in Italia, rispetto alle parallele lacune di uno di destra. Il dato ignorato ha due chiavi di lettura. La prima. Panebianco ammette che il governo di destra ha tentato (cioé: voleva) «colpire» i settori chiusi alla concorrenza del lavoro e dell'industria, ritenuti, appunto, vicini all'area politica della sinistra, conseguendo, tra i suoi risultati più emblematici, la Legge Biagi per il mercato del lavoro. Tuttavia, poi aggiunge che il precedente Esecutivo non è comunque riuscito a (cioé: non poteva) scalfire il muro rappresentato da sindacati, capitani d'industria e sistema mediatico-comunicativo sulla decisiva battaglia per l'abrogazione dell'art.18 dello Statuto dei Lavoratori, finendo per raccogliere quasi nulla rispetto a quanto avrebbe dovuto e voluto. Tutto esatto. Ma l'illustre professore cede, al momento di tirare le somme, al predetto riflesso e manca di rilevare quanto di più logico sussista alla base della sua stessa argomentazione. Un conto è liberalizzare contro notai, farmacisti e taxisti. Altra rogna è, invece, tentare di liberalizzare contro grande industria, sindacati e pubblico impiego. E' una questione di numeri, innanzitutto. Ed è, fondamentalmente, una questione di peso politico. Che è l'unica cosa che conta."
Semplicemente liberale coglie precisamente nel segno. Il Governo Prodi ha messo sul tappeto chi considera come nemico, adesso il centrodestra deve dire pubblicamente cosa vuole fare.
Partiamo da un dato, non sarà semplice l'approvazione di tali misure in Parlamento. Ed è li che il centrodestra può e deve incidere in maniera netta ed incisiva.
L'idea è quella di inchiodare l'Unione con le loro stesse armi e le loro stesse parole d'ordine: liberalizzazione e concorrenza.
Colpendo chi il centrodestra consideri un avversario. La lista è presto fatta: la grande industria sovvenzionata, i grandi gruppi di comunicazione ed editoriali, la trimurti sindacale e il settore (para)pubblico.
Se tali richieste venissero approvate infatti dovrebbero essere norme di immediata attuazione che possano allargare la finestrella liberalizzatrice di Bersani per farla divenire una vera e propria autostrada liberale, qualora tali proposte non dovessero essere approvate, rimarrebbero come una sorta di manifesto, spendibile elettoralmente e mediaticamente, di cosa farà immediatamente il centrodestra una volta che ritornerà al Governo.
Quello che deve fare la CdL non deve fare è sposare la linea della conservazione, perchè questa è una linea nettamente perdente, e la lasciamo volentieri a Storace.
Una linea liberale insomma, ma che non rinneghi una linea di centrodestra di alternativa all'Unione prodiana.
Oppure dobbiamo lasciare la bandiera dell'innovazione in mano a Follini e Tabacci ???

Update: per seguire il dibattito sul pacchetto Bersani, oltre agli interventi proposti si segnalano anche i seguenti
http://tecnologiak.blogspot.com/2006/07/sconforto.html
http://phastidio.net/2006/06/30/pacchetto-bersani-un-buon-inizio/
http://www.ilmegafono.net/archivio/il-vero-tafazzismo-e-il-tifo-da-ultras
http://astrolabio.splinder.com/post/8560742
http://daw.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1073708
http://www.otimaster.com/dblog/articolo.asp?articolo=698
http://neoquidnimis.blogspot.com/2006/07/uhn-ahn-giavazzooo.html

mercoledì, giugno 28, 2006

Qualche semplice calcolo sulla questione di fiducia

Ci permettiamo di proporre alla senatrice Finocchiaro un semplice calcolo, in modo che la prossima volta che dovrà giustificare l'apposizione della questione di fiducia da parte del suo Governo Prodi + 102, possa trovare una scusa un po' più intelligente, se ne è capace.
Secondo l'autorevolissima senatrice, il Governo Berlusconi ha posto la fiducia ben 46 volte al Senato e quindi il Governo prodi può porla quando vuole.
Ora, il governo Prodi può proporre la questione di fiducia ogni volta che vuole, non perchè lo ha fatto Berlusconi, ma perchè il regolamento del Senato lo permette.
Ritorniamo a bomba al nostro calcolo però.
Il Governo Berlusconi è durato all'incirca cinque anni, ossia 60 mesi mese più mese meno.
Dividendo 46 (le volte che è stata chiesta la fiducia) per 60 8 i mesi di durata) il risultato è 0,767 (meno di una volta al mese).
Il Governo Prodi nel suo primo mese di vita, mese più mese meno, ha già chiesto la fiducia al Senato 3 volte.
Facendo il calcolo di prima 3/1 il risultato è 3.
Se il governo Prodi durasse 60 mesi, (Dio non voglia), il risultato sarebbe 180.
Ben 3,913 volte superiore al governo Berlusconi.
Sarà questa la superiorità morale ???

Vieni avanti (de)cretino

Preidcano bene e razzolano male.
Niente di nuovo sotto il sole o sul fronte orientale, scegliete voi.
Si sapeva che il Senato era il tallone di Achille dell'Unione e quindi era logico che meno si discute e si vota in maniera ordinaria e meglio è. Vale qualunque mezzo od espediente regolamentare.
Intendiamoci è tutto legittimo e formalmente ineccepibile, solamente, cari sinistri, toglietevi quella patina di superiorità e qull'aria da primi della classe.
Siete come gli altri anzi peggio, perchè all'opposizione date lezione su come ci si dovrebbe comportare e quando arrivate al potere moltiplicate le poltrone e le cadreghe, nemmeno fossero pani e pesci.
Ieri il Governo, per bocca del neo ministro incaricato al dialogo istituzionale Chiti,ha preannunciato l'apposizione della questione di fiducia su due provvedimenti.
Il primo riguarda la conversione del decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173, recante proroga di termini per l’emanazione di atti di natura regolamentare, emanato dal Governo Berlusconi.
Ebbene il Governo Prodi presenta un maxi emendamento con conseguente richiesta di fiducia così composto:
1 articolo;
16 commi;
683 parole;
18 paragrafi
55 righe
3493 caratteri (senza spazi)
4154 caratteri (con gli spazi)
Esaminando più a fondo l'emendamento governativo si scopre che:
Art. 1
1. Il decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173, recante proroga di termini per l’emanazione di atti di natura regolamentare, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.
2. Le disposizioni di cui all’articolo 8, comma 2, del decreto–legge 30 giugno 2005, n. 115, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 agosto 2005, n. 168, continuano ad applicarsi fino al 30 giugno 2007.
3. All’articolo 1 della legge 14 maggio 2005, n. 80, dopo il comma 5 è inserito il seguente:
"5-bis. Entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo adottato nell’esercizio della delega di cui al comma 5, il Governo può adottare disposizioni correttive e integrative, nel rispetto dei principi e dei criteri direttivi di cui al comma 6 e con la procedura di cui al medesimo comma 5.".
4. All’articolo 40, comma 1, della legge 28 dicembre 2005, n. 262, le parole: "sei mesi" sono sostituite dalle seguenti: "dodici mesi ".
5. Le disposizioni correttive e integrative di cui all’articolo 1, comma 4, della legge 28 marzo 2003, n. 53, possono essere adottate, relativamente ai decreti legislativi 15 aprile 2005, n. 76, 15 aprile 2005, n. 77, 17 ottobre 2005, n. 226, e 17 ottobre 2005, n. 227, entro trentasei mesi dalla data della loro entrata in vigore.
6. E’ prorogato all’anno scolastico 2007–2008 il regime transitorio concernente l’accesso anticipato alla scuola dell'infanzia, di cui all’articolo 7, comma 4, della legge 28 marzo 2003, n. 53, e successive modificazioni. Conseguentemente, l’articolo 2 del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, si applica a decorrere dall’anno scolastico 2008–2009.
7. All’articolo 14, comma 3, del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, le parole: "e fino alla messa a regime della scuola secondaria di primo grado," sono sostituite dalle seguenti: "e fino all’anno scolastico 2008–2009,".
8. All’articolo 27, comma 4, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, le parole: "a decorrere dall’anno scolastico e formativo 2007–2008" sono sostituite dalle seguenti: "a decorrere dall’anno scolastico e formativo 2008–2009".
9. All’articolo 2, comma 3, della legge 30 settembre 2004, n. 252, le parole: "dodici mesi" sono sostituite dalle seguenti: "ventiquattro mesi".
10. All’articolo 5, comma 1, della legge 28 novembre 2005, n. 246, le parole: "diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge" sono sostituite dalle seguenti:" il 31 dicembre 2007".
11. Al comma 1 dell’articolo 6 della legge 29 luglio 2003, n. 229, le parole: "tre anni" sono sostituite dalle seguenti: "quattro anni".
12. Entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, il Governo è delegato ad adottare, su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e del Ministro per le politiche europee nei casi di cui all’articolo 10, commi 4 e 5, della legge 4 febbraio 2005, n.11, e successive modificazioni, uno o più decreti legislativi correttivi ed integrativi dei decreti legislativi adottati in attuazione delle deleghe di cui agli articoli 7 e 8 della legge 5 marzo 2001, n. 57, e di cui all’articolo 1 della legge 7 marzo 2003, n. 38, e successive modificazioni, nel rispetto dei principi e criteri di delega indicati dalle predette leggi e con le stesse procedure.
13. Al comma 1 dell’articolo 3 della legge 28 novembre 2005, n.246, le parole "entro un anno" sono sostituite dalle seguenti: "entro tre anni".
14.E’ prorogato di un anno il termine di cui al comma 1 dell’articolo 20-bis della legge 29 luglio 2003, n. 229, per l’adozione di uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi di cui agli articoli 4 e 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229, nel rispetto degli oggetti, dei principi e criteri direttivi e della procedura di cui al medesimo articolo 20-bis.
15. Al comma 5 dell’articolo 6 della legge 8 luglio 2003, n. 172 le parole: "entro un anno" sono sostituite dalle seguenti: "entro due anni".
16. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Ad occhio e croce non mi sembrano degli atti di natura regolamentare.
Ma noi qui siamo moralmente inferiori e contro la Costituzione.
Speriamo che qualche "trombone", magari a vita, abbia il coraggio di dire qualcosa a riguardo.
Qualsiasi cosa...

martedì, giugno 27, 2006

Da meditare

Sacrifici, leggi, ecc. Ogni libertà comincia da un impedimento. Il sì comincia dal no.
Gustave Thibon

lunedì, giugno 26, 2006

le conseguenze di una sconfitta

Abbiamo perso, malamente.
Ha ragione Mario Sechi quando invita la CdL a non dimenticare questa campagna elettorale. Veramente, non è solo questa la campagna elettorale da cui prendere lezioni.
Avremmo dovuto imparare da quella lunga serie di campagne elettorali, culminata con le disastrosa campagna elettorale delle regionali del 2005.
Certo, il 9 ed il 10 aprile ci eravamo illusi che la storia avesse potuto prendere una piega diversa.
Illusione, perchè oramaia siamo come l'Inter, anzi peggio.
Con questa classe dirigente non solo non vinceremo mai, ma non possiamo neppure invocare le attenuanti del sistema Moggi.
Sono gli elettori che ci stanno sonoramente bocciando. Sia quelli di centrodestra che non vanno a votare, che quelli di sinistra che a votare per punirci ci vanno sempre.
Dall'aprile scorso la Casa delle Libertà, in procinto di divenire la casa dei nani e delle ballerine, ha dissipato un immenso patrimonio elettorale.
Preisdenza della Camera, presidenza del Senato, Presidenza della Repubblica, Fiducia alla carica dei 102 del governo Prodi, Commissioni parlamentari e questione dei Senatori a vita. In tutte queste situazioni quanto ha contato il centrodestra ???
Niente, nada, nothing....
Stiamo ancora frignando come bambini ripetendo "ricontiamo, ricontiamo", oppure come i vecchietti laidi appostati nei parchi a osservare i culi della ragazze.
Intanto il mondo va avanti, mentre il centrosinistra va indietro e con loro l'Italia.
Il paradosso è questo: nonostante questo centrosinistra non piaccia neanche a chi lo ha sostenuto, il centrodestra non solo non avanza elettoralmente, ma regredisce paurosamente.
Il problema è che il 9 ed il 10 aprile scorso, gli elettori non hanno premiato una opaca e abbastanza scialba prova di governo, ma hanno votato la CdL perchè avevano paura della marea rossa.
Purtroppo la classe digerente del Centrodestra questo non l'ha capito, come molte altre cose. E siccome sono stati i leader ha mettere costoro nelle liste elettorali per essere cooptati elettoralmente, allora la responsabilità di questa serie di cazzate va addebitata interamente a loro.
Occorre che qualcuno cominci a pronunciare una parola: dimissioni di tutti indistintamente.
Prima che sia troppo tardi deve essere il popolo di centrodestra a scegliersi dei nuovi leader, se del caso, ed un nuova classe dirigente, questa è una vera e propria emergenza.
Veramente non ci sarebbe bisogno di pronunciarla in un paese liberale, ma siamo sicuri che l'Italia lo sia ?

sabato, giugno 24, 2006

giovedì, giugno 22, 2006

la Krilla ha perfettamente ragione...

Leggetevi una Krilla in grandissimo spolvero.
(sta divenendo meglio di Ann Coulter)

carognata del 22 giugno

mercoledì, giugno 21, 2006

L'agenda Giavazzi almeno c'è, quella che manca è una agenda Tremonti e/o Martino

Ho aderito al manifesto degli outsider lanciato dal segretario Capezzone. Il contenuto è condivisibile e quindi ho trovato giusto ed opportuno aderire.
Non mi sono fatto obnubilare da quell'aria sinistrese da superiore antropologico che si è imposessata di Capezzone, da quando è divenuto onorevole.
Può piacere e non piacere, ma almeno Capezzone persegue tenacemente l'obiettivo dell'agenda Giavazzi.
Purtroppo quello che manca è, dal versante della CdL, una analoga, e magari molto più liberale, iniziativa da parte di Tremonti o meglio di Martino.
Una agenda delle libertà e delle opportunità per tutti, che riesca a far uscire dalle secche del "ricontiamo" e dai "culi" delle soubrette la politica del centrodestra.

martedì, giugno 20, 2006

I cenacoli di Tocqueville

A Sestri ho lanciato l'idea di far nascere dei "Cenacoli" di Tocqueville.
Oggi l'idea di istituire dei circoli di Ideazione viene rilanciata da Born to be Free.
A ben guardare tali idee non sono così lontane, anzi.
Credo che fare dei circoli di Ideazione somiglierebbe troppo ai circoli di liberal.
Tocqueville è divenuto un marchio, ha una sua identità caratteristica, ha un suo retroterra culturale (lib-con) ed ha un suo fascino. Tocqueville, poi, è anche sinonimo di innovazione e di quella nuova rivoluzione comunicativa che sono i blog.
Anche per segnare la propria diversità, personalmente, preferirei la denominazione "cenacolo", oltre che per distinguermi da liberal e da il Circolo di Dell'Utri, anche per caratterizzare l'idea rinascimentale di cenacolo.
Un luogo di produzione di rinnovamento culturale in tutti i campi. Un luogo in cui la politica non era estranea oppure non voluta, anzi, spesso erano proprio i cenacoli i veri cervelli della politica.
"Tocqueville - il cenacolo dei liberi", non è male sia come suona sia il retroterra tradizionale, culturale e politico che sottende e rende palese.
Io credo che una tale scommessa vada giocata.

p.s.: se poi volete un responsabile organizzativo nazionale di tali Cenacoli, mi propongo fin da oggi.

Da Sestri ad Ascoli...

Ancora devo recuperare dal viaggio di ritorno da Sestri levante.
Eppure ho ancora negli occhi le facce di coloro che hanno partecipato, di coloro che ho rivisto, di chi ho conosciuto per la prima volta.
Ho ancora nelle orecchie tutto quello che ho sentito al convegno e quello che ci siamo detti a tavola, al bar, durante una passeggiata.
E' stato bello ed interessante.
Ho risentito il mio intervento al convegno, le cose che ho detto potevano, sicuramente, essere dette meglio.
Inizierò a lavorarci per farne un post....
prima però servirà una doccia ed un riposino ristoratore.

lunedì, giugno 19, 2006

Ciao Spillo



Purtroppo stamattina il mio piccolo Spillo è venuto a mancare.

giovedì, giugno 15, 2006

CVD

Avevamo scritto questo post il 18 maggio scorso. Chiudevamo così: "Vista la pessima tecnica legislativa adottata, credo proprio che in sede di conversione ci potrebbe scappare una fiducietta.Ma siamo davvero malfidati e poco inclini alla concordia.".
Ebbene al Senato il governo Prodi mette la fiducia proprio sul disegno di legge di conversione del decreto legge della riorganizzazione poltronistica del governo.
Come Volevasi Dimostrare

martedì, giugno 13, 2006

Il Dopo Berlusconi ? Work in progress

Secondo Gianfranco Fini, il dopo Berlusconi si realizzerà nel 2011. Se fosse per Follini e Tabacci, il dopo Berlusconi sarebbe dovuto essere già iniziato il 10 aprile scorso. Casini aspetta e si defila, pronto a sferrare la pugnalata decisiva, magari alle spalle.
Peccato che proprio il risultato elettorale abbia detto che Berlusconi non è un male necessario, ma il trascinatore ed il catalizzatore della CdL.
Capiamoci, il Berlusconi di Vicenza, quello capace di sfidare il colpo della strega e la nomenklatura della Confindustria. Quello capace di rivolgersi al cuore del popolo della Right Nation Italiana, quello capace di proporre l'abolizione dell'ICI sulla prima casa. Quello capace di non mettersi paura di fronte ai comunisti ed anzi capace di menare fendenti (a destra e) a manca.
Perchè c'è un Berlusconi che non piace, ed è quello che proprio non va è il Berlusconi che viene risucchiato nelle pastoie della politica politicante, quello delle defatiganti verifiche, delle lunghe trattative, delle grigie ed inconcludenti riunioni.
E' giusto e fisiologico che ci interroghi sul dopo Berlusconi, e che questo "dibattito" parta dalle pagine di un blog è davvero una notizia.
E' stato il Megafono a lanciare la "provocazione":
"Caro Presidente, ha concluso la sua parabola politica. Mi creda, quello che sto scrivendo non è indolore. Sono stato e sono tuttora un convinto berlusconiano. Ma incaponirsi su qualcosa che non c’è più non ha senso e fa male al centrodestra e all’Italia intera.Ha costruito qualcosa di importante ma non può e non deve gestirlo in eterno. Il centrodestra è abbastanza grande e maturo, può farcela da solo. Lei, scusi la mia franchezza, è ormai un elemento di disturbo e di penalizzazione. La stampa è contro di lei, i poteri forti sono contro di lei, metà del paese la odia, all’estero siamo derisi (parlo per esperienza personale) a causa sua....Forse la sconfitta alle elezioni, che tanto mi ha fatto soffrire, servirà proprio a questo. A far capire che il berlusconismo è morto e che bisogna andare oltre....Ma abbiamo ‘quasi-pareggiato’ grazie a un singolo uomo, non grazie ad un idea politica o ad uno schieramento coeso e convinto....Sogno un partito unico di centrodestra, che unisca tutte le anime liberali, conservatrici, moderate e riformiste del nostro paese. Sogno un centrodestra che non si vergogna di sé stesso. Sogno un centrodestra a testa alta, senza carichi giudiziari pendenti (sebbene in gran parte creati ad arte).E’ il sogno di una generazione intera. E’ il sogno di un Italia che non vuole stare a sinistra ma che in questo momento si vergogna di lei.Io no. Non ho questi problemi. Io giudico soltanto la storia recente del nostro paese. La sua “missione” è conclusa. Ne prenda atto. Compia un gesto di responsabilità e umiltà. Esca di scena ora, da ‘quasi-vincitore’ delle ultime elezioni. Accetti di diventare senatore a vita. Diventi uno di quei ‘padri della patria’ tanto autorevoli quanto inutili. E’ la migliore exit strategy possibile, prima che lei e l’intero centrodestra crollino definitivamente.So perfettamente che senza di lei perderemo molti consensi. Ma sono disposto a stare all’opposizione anche venti anni di seguito se serve a costruire il partito unico del centrodestra e a completare la costruzione di un grandioso progetto politico-culturale.Chi al suo posto? Non lo so, forse Fini. Sicuramente non Casini. Ma il problema non è la successione al Re. Il problema è la sopravvivenza del Regno. Chiunque lo guidi...."
Una risposta viene da Freedomland:
"E’ del tutto logico,in un paese normale, che un leader di partito (e di coalizione) in sella dal 1994 ceda il passo a qualcun’altro. Specie dopo aver perso le elezioni, seppur di poco.
Tutto vero, ma questo non è un paese normale. Ha una sinistra “antagonista” fortissima, la sinistra riformista e socialdemocratica (normale sparring partner dei conservatori in tutto il mondo) qui rappresenta una minoranza dell’intera “gauche” e,sopratutto, la destra è ben lontana dall’essere una composizione armonica e moderna pronta a camminare da sola.Berlusconi in questi cinque anni di governo ha dimostrato di essere l’unico in grado di aggregare una coalizione che va da Bossi e Tremaglia a Follini e De Michelis, di dargli un programma di govern o e di non cadere alla prima difficoltà parlamentare....Quest’uomo coi suoi difetti, le sue scarse basi politiche, il suo fare istrionico ha dato cittadinanza politica a milioni di persone che non l’avrebbero avuta,ha sdoganato la destra italiana, ha ricucito i rapporti con la parte irrequieta e produttiva del paese (il nord per capirci) e ha dato un minimo di modernità a questo paese...Fatto l’elogio, facciamo un pò di fantapolitica.Supponiamo che Silvio accolga l’appello e si tolga dalle scatole. Ammettiamo per un attimo anche di creare un grande partito unico di centrodestra (ma ha senso con questo sistema elettorale?) e ammettiamo che Silvio Berlusconi (unico a crederci, unico a lottare quando gli altri si preparavano a perdere. Ricordiamocelo questo) decida di rimanere un “padre nobile” senza entrare nell’agone politico in prima persona...Silvio Berlusconi ha una grossa colpa, per cui è odiatissimo. Ha letteralmente rovesciato il tavolo della politica: ha aggregato gente che di politica non si era mai occupata, ha rotto il dualismo dc-pci che martinazzoli e occhetto tentarono di riproporre, ha salvato un’intera classe dirigente orfana del “socialismo dal volto umano” di Bettino Craxi, ha fatto diventare la riduzione delle tasse e il federalismo temi su cui i politici italiani devono confrontarsi ogni giorno e,sopratutto, ha riportato l’Italia al fianco degli Stati Uniti.
Ha fatto troppo, per poterlo liquidare così. E gli altri hanno fatto troppo poco per meritarsi la mia e nostra fiducia.Dimostrino di essere dei leader coraggiosi e,forse, ne riparleremo."

E' la volta di Silvio non farmi astenere più rispondere a Domenico:
"...il centrodestra in realtà non può ancora prescindere dal suo leader e non potrà mai prescindere dal berlusconismo...Non credo che SB si ostini a restare il leader della Cdl. L’uomo, come tutti i grandi, certamente non manca di orgoglio e aspirazione ma penso che abbia chiara l’esigenza di farsi da parte. Penso addirittura che abbia già un nome in mente, Franco Frattini. Tuttavia in questo momento a guidare la transizione non può che essere lui. La performance della Cdl alle ultime politiche è dovuta in gran parte al suo ruolo nel bene e nel male e se in questo momento dovesse sparire improvvisamente la coalizione si sfalderebbe. È invece importante che si capitalizzi subito il prezioso consolidarsi di un centrodestra unito nell’elettorato e questo processo non può che guidarlo SB. Non perché il Cavaliere sia il migliore, non perché sia il padre padrone e neppure perché ha creato il centrodestra ma semplicemente perché è l’unico in grado di far dialogare in modo costruttivo i partiti della Cdl...
L’uscita di SB non significherà, al di là di quello che possiamo desiderare, la fine del berlusconismo, anzi. Quando il Cavaliere uscirà di scena il berlusconismo, inteso come idea politica, sarà certamente più forte di prima. Sciolto dalle problematiche legate al contingente (conflitti d’interesse e processi) resterà tutta la spinta innovativa che il suo ingresso ha impresso alla nostra politica. Il futuro del liberalismo italiano sarà inevitabilmente legato quest’uomo e se il berlusconismo resterà negli obiettivi fondamentali io sarò certo che il centrodestra di domani sarà anche il mio centrodestra...
È sbagliato adattarsi sui giudizi dettati dalla vulgata mediatica. Rassegnarsi a riconoscere SB “unfit” significa rassegnarsi ad accettare che la nostra democrazia sia pesantemente influenzata da certi ambienti sopranazionali. Anche io ho vissuto all’estero la difficoltà di spiegare come l’Italia potesse avere un presidente del Consiglio che veniva dipinto come un trafficante di droga. Ma perché dobbiamo rassegnarci a questa mostruosità? Perché dovremmo lasciarci dettare dalla stampa estera i nostri orientamenti politici? Io dico a SB di aiutarci a gettare le basi di questo centrodestra, partito unico o confederato che sia, e di farsi da parte perché ritengo in dirittura d’arrivo il suo contributo politico. Ma non mi si dica che devo RINUNCIARE al miglior politico dell’Italia repubblicana perché c’è qualche direttore di stampa inglese con la puzza sotto il naso, altrimenti lo sosterrò fino a quando l’ultima cellula del suo corpo non sarà andata in decomposizione!"

Collaterale, ma non troppo a questo discorso è anche il manifesto di inzio legislatura del Circolo Giovani:
"Metabolizzato il fatto di trovarci all’opposizione, sono due le strade che ci si aprono davanti. Una è fin troppo battuta. Assumere una posizione a priori e criticare il governo su tutto. Ma proprio tutto. Modello Unità per intenderci. Dobbiamo ammettere che potrebbe essere anche divertente....Guardiamo alla seconda strada. Guardiamo in casa nostra. Delle libertà naturalmente…Ci carichiamo di una responsabilità con la consapevolezza delle possibilità che si aprono. Bisogna ripensare il centrodestra. Non distruggere la Casa, ma fare i lavori necessari. I motivi sono davvero tanti. Primo tra tutti, il rispetto per quella (quasi) metà di italiani che dopo cinque lunghi, logoranti, difficili, Travagliati, anni di governo, hanno deciso di confermare la loro fiducia in Silvio Berlusconi. Attore protagonista da ormai più di dodici anni, a livelli assoluti durante questa campagna elettorale. Lo ripetiamo da sempre, ma a costo di ripeterci dobbiamo dirlo ancora una volta. Lui rappresenta il centrodestra, lo ha creato, guidato, governato, mantenuto in vita. Politicamente, economicamente, mediaticamente. Sul lato culturale-ideologico purtroppo ci sarebbe da discutere...Per questo Berlusconi non deve fermarsi, a maggior ragione dopo aver sentito dell’intenzione di alcuni deputati di maggioranza di nominarlo senatore a vita. Qual miglior modo di levarselo dalle scatole!E invece no. Questo è il momento di uno scatto in avanti. Non mollare, anzi rilanciare. Ha costruito un partito, una coalizione, un governo. Ora deve lanciarsi nell’impresa più difficile. Costruire una cultura politica. Quella cultura che in Italia manca, messa ai margini da quella cultura di sinistra che non ammette concorrenti. Una squadra inconsapevole, che sa difendersi, marciare unita, in nome di quel bersaglio unificante che porta proprio il nome di Silvio Berlusconi....Partiamo dal basso. Perché tutti i partiti della Casa possono portare un contributo esclusivo che gli altri non hanno. La buttiamo lì in breve. La penetrazione mediatica di Berlusconi/Forza Italia, il radicamento sul territorio degli altri, Lega al Nord, AN al centro, UDC al sud."
E pensare che il dibattito è solo all'inizio.