lunedì, luglio 03, 2006

Usiamo le loro stesse armi e le loro stesse parole d'ordine: liberalizzazione e concorrenza

"Complimenti al governo di centrosinistra. Le idee ci sono, anche se spesso molto sbagliate. Ma al di là dei giudizi di merito il punto è che la squadra dei ministri di Prodi sembra capace di realizzarle queste idee, quantomeno sembra in grado di dettare l’agenda politica italiana, non di subirla." Era il 7 giugno quando Christian Rocca scrisse questo articolo (di cui riportiamo solo l'inizio) su Il Foglio .
Sullo stesso tenore si situa anche Mariniello con questo post "Se noi in 5 anni, senza tirare in ballo teorie economiche o filosofiche (il tanto odioso liberismo), avessimo “ragionato” politicamente, avremmo liberalizzato tutti i settori a noi politicamente ostili. Avremmo fatto una grande mossa strategica e (non volendo) un piacere all’Italia."
Volenti o nolenti, il Governo Prodi, tramite il Ministro Bersani, ha varato il suo (primo???) pacchetto di liberalizzazioni. E' indubbio che una sana e robusta dose di liberalizzazione e di concorrenza nella nostra economia ci vuole davvero, come è indubbio che le categorie che sono stati colpite dalle norme siano considerate da questo governo come di centrodestra e quindi "nemiche".
Non vorrei entrare nel merito delle proposte, almeno per adesso, quando piuttosto riflettere sul metodo adottato dal Ministro Bersani, che ricordiamo non è nuovo a questi atti, basti ricordare la riforma del commercio che porta il suo nome.
Secondo me è stato proprio il metodo che ha "impressionato" favorevolmente alcuni settori del centrodestra. Il ministro Bersani non ha fatto nessun proclama e non ha concertato alcunchè. Bersani ha fatto cioè quello che 5 anni fa speravamo facessero, e non hanno mai fatto, un Tremonti, un Maroni oppure un Marzano.
Su questo ha parzialmente ragione Panebianco, ieri sul Corriere, quando il politologo scrive:"Il guaio è che il governo Berlusconi non riuscì a introdurre concorrenza nemmeno nei settori ove era prevalente la sinistra. Con l'eccezione, certo rilevantissima, della legge Biagi, il centrodestra non riuscì, ad esempio, a liberalizzare fino in fondo il mercato del lavoro. Fece un tentativo puntando all'abrogazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ma fallì. Né ebbe la capacità o la volontà di liberalizzare il vasto settore dei pubblici servizi. Scelse, piuttosto, in quell'ambito, di non scontrarsi con le lobbies sindacali. Deludendo così la parte di elettorato che aveva creduto nelle sue promesse di liberalizzazione. E facendo un cattivo affare elettorale: lungi dall'essere grata al centrodestra per non averne smantellato i privilegi, la maggioranza degli addetti del settore pubblico ha votato a sinistra nelle ultime elezioni. Il centrosinistra, con il pacchetto Bersani, ha fatto bene il mestiere suo. Il centrodestra dovrebbe cominciare a riflettere sul perché, quando governava, non riuscì a fare altrettanto."
Certamente l'editoriale di Panebianco non è completo ed a mettere le cose a posto ci ha pensato magistralmente il blog Semplicemente Liberale, (davvero un grande), con questo intervento: "Panebianco omette un dato, che non rende giustizia ai cinque anni trascorsi e risponde al riflesso incondizionato dell'amplificazione mediatico-comunicativa delle azioni di un governo di sinistra in Italia, rispetto alle parallele lacune di uno di destra. Il dato ignorato ha due chiavi di lettura. La prima. Panebianco ammette che il governo di destra ha tentato (cioé: voleva) «colpire» i settori chiusi alla concorrenza del lavoro e dell'industria, ritenuti, appunto, vicini all'area politica della sinistra, conseguendo, tra i suoi risultati più emblematici, la Legge Biagi per il mercato del lavoro. Tuttavia, poi aggiunge che il precedente Esecutivo non è comunque riuscito a (cioé: non poteva) scalfire il muro rappresentato da sindacati, capitani d'industria e sistema mediatico-comunicativo sulla decisiva battaglia per l'abrogazione dell'art.18 dello Statuto dei Lavoratori, finendo per raccogliere quasi nulla rispetto a quanto avrebbe dovuto e voluto. Tutto esatto. Ma l'illustre professore cede, al momento di tirare le somme, al predetto riflesso e manca di rilevare quanto di più logico sussista alla base della sua stessa argomentazione. Un conto è liberalizzare contro notai, farmacisti e taxisti. Altra rogna è, invece, tentare di liberalizzare contro grande industria, sindacati e pubblico impiego. E' una questione di numeri, innanzitutto. Ed è, fondamentalmente, una questione di peso politico. Che è l'unica cosa che conta."
Semplicemente liberale coglie precisamente nel segno. Il Governo Prodi ha messo sul tappeto chi considera come nemico, adesso il centrodestra deve dire pubblicamente cosa vuole fare.
Partiamo da un dato, non sarà semplice l'approvazione di tali misure in Parlamento. Ed è li che il centrodestra può e deve incidere in maniera netta ed incisiva.
L'idea è quella di inchiodare l'Unione con le loro stesse armi e le loro stesse parole d'ordine: liberalizzazione e concorrenza.
Colpendo chi il centrodestra consideri un avversario. La lista è presto fatta: la grande industria sovvenzionata, i grandi gruppi di comunicazione ed editoriali, la trimurti sindacale e il settore (para)pubblico.
Se tali richieste venissero approvate infatti dovrebbero essere norme di immediata attuazione che possano allargare la finestrella liberalizzatrice di Bersani per farla divenire una vera e propria autostrada liberale, qualora tali proposte non dovessero essere approvate, rimarrebbero come una sorta di manifesto, spendibile elettoralmente e mediaticamente, di cosa farà immediatamente il centrodestra una volta che ritornerà al Governo.
Quello che deve fare la CdL non deve fare è sposare la linea della conservazione, perchè questa è una linea nettamente perdente, e la lasciamo volentieri a Storace.
Una linea liberale insomma, ma che non rinneghi una linea di centrodestra di alternativa all'Unione prodiana.
Oppure dobbiamo lasciare la bandiera dell'innovazione in mano a Follini e Tabacci ???

Update: per seguire il dibattito sul pacchetto Bersani, oltre agli interventi proposti si segnalano anche i seguenti
http://tecnologiak.blogspot.com/2006/07/sconforto.html
http://phastidio.net/2006/06/30/pacchetto-bersani-un-buon-inizio/
http://www.ilmegafono.net/archivio/il-vero-tafazzismo-e-il-tifo-da-ultras
http://astrolabio.splinder.com/post/8560742
http://daw.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1073708
http://www.otimaster.com/dblog/articolo.asp?articolo=698
http://neoquidnimis.blogspot.com/2006/07/uhn-ahn-giavazzooo.html

2 commenti:

Chris ha detto...

Sono d'accordo e il post di Semplicemente liberale, completa l'opera.
Questo è quello che penso io:


http://ilrumoredeimieiventi.blogspot.com/2006/07/il-riformismo-di-sinistra-vivo.html

Anonimo ha detto...

Sono totalmente daccordo con te, infatti stavo per scrivere un post simile