Forse ha perso di vista qualcosa l'autoproclamatosi "nuovo" presidente del Consiglio, Romano Prodi, nella sua tipica mimica ad occhi chiusi. Il professore, infatti, ha confuso il diritto con il dovere. Capita.
Capita soprattutto a chi, fin dai primi passi, dimostra cosa vuole fare. Ieri sera alle tre di notte, lottando contro il sonno, dopo una estenuante lotta al seggio elettorale come rappresentate di lista, di fronte all'autoproclamazione di vittoria da parte di Prodi, Fassino, Rutelli e compagnia cantante mi chiedevo cosa sarebbe successo se una cosa del genere l'avesse compiuta Berlusconi. Si sarebbe gridato al golpe. Alla dittatura mediatica, alla nuova piazza Venezia televisiva.
Si sa che il buongiorno si vede dal mattino, e questa mossa è la cartina tornasole di cosa doibbiamo aspettarci: Prodi vuole la completa rimozione di quel blocco "sociale" che si riconosce in Silvio Berlusconi e nella CdL. E' talmente forte questa voglia, che non si fa scrupolo di usare addirittura le televisioni per proclamarsi vincitore. Non sappiamo se è un cattolico adulto, certamente il prof. è un telespettatore vecchio.
Ma visto che stiamo uscendo dal seminato di questo post, ci rientro a bomba: caro prof. Prodi lei ha il dovere di governare, non il diritto.
Questo dovere, per adesso, sono stati gli italiani, metà di quelli residenti in Italia e la maggioranza di quelli residenti all'estero, a consegnarglielo dopo che lei si è liberamente, speriamo, presentato alle elezioni come candidato alla carica di presidente del consiglio.
Se lei vincesse anche solo di un unico voto, che comunque non è stato il mio, lei ha il dovere di formare il Governo.
Lo ripeto, anche se avesse un unico voto parlamentare di maggioranza.
Non è semplice governare comunque, non è semplice governare con una risicata maggioranza.
Vogliamo fare qualche esempio su qualche tema: PACS, Iraq, Israele, Legge Biagi, Bioetica.
Prof. Prodi, lei è convinto di avere una maggioranza su questi temi ? Io credo di no.
E qui arriviamo a me, "caro" professore, sono io che ho il diritto di contestarla e di criticarla. Perchè lei dovrà governare, o provare a farlo in ogni caso, mentre io posso decidere se criticarla o meno.
Anche se, visti i risultati elettorali, alla fine ho paura che lei può governare o meno, io sarò condannato a criticarla sempre ed ovunque.
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