Bisogna essere realisti e dalla realtà cercare di trarre il meglio. In Parlamento l'Unione è maggioranza e nei grandi elettori delle Regioni, grazie alla tragica tornata elettorale del 2005, il centrosinistra è maggioranza schiacciante, ergo la CdL non ha i voti necessari per imporre un proprio nome come Presidente della Repubblica.
Quindi è necessario fare buon viso a cattivo gioco e cercare di trarre il bene da un male. Il male è presto detto: un ex comunista al Quirinale. Il bene è quello di mandarci uno con cui almeno si può ragionare di politica e che è un po' inviso ai sinistri.
Il nome è bello e fatto: Massimo D'Alema, è il classico segreto di Pulcinella. L'Unione lo eleggerà al Colle più alto, magari alla quarta votazione, cioè la prima utile senza maggioranza qualificata.
La Cdl deve essere furba e afre in modo che D'Alema non venga eletto in questo modo. Una elezione a maggioranza di D'Alema servirà a far ridere il Mortadella e ad incancrenire i già fragili rapporti tra maggioranza ed opposizione, per di più rinsalderebbe le truppe del centrosinistra e sterilizzerebbe i voti parlamentari del centrodestra.
Una fragile maggioranza parlamentare come è quella dell'Unione che riesce ad eleggere un presidente della Camera comunista e sindacalista, un presidente del Senato democristiano e sindacalista ed un post comunista a Presidente della repubblica, potrebbe accreditarsi presso l'elettorato italiano borderline come una forza di maggioranza reale e presso gli stati esteri come una controparte responsabile e meritevole di aperture di credito.
Il centrodestra italiano, se è un forza ragionevole e ragionante, non deve assolutamente permetterlo. Neanche, però, può prestarsi a dare i propri voti alla prima votazione, confondendo ed indebolendo il proprio ruolo e la propria forza elettorale. L'eventuale appoggio, sin dall'inizio, della CdL al nome di D'Alema rischia di fare da foglia di fico ai dissidenti del centrosinistra. Si sa, infatti, che nella notte tutte le vacche sono nere.
Nemmeno è possibile oggi invocare il "metodo Ciampi", l'elezione di Ciampi fu il risultato di una serie di concause come la spinta popolare a favore di Emma Bonino, la non seducente candidatura del partito popolare di rosa Russo Iervolino, specchietto per le allodole che serviva a mascherare il vero candidato che era Franc(esc)o Marini. Ciampi fu un'eccezione eccezionale e difficilmente ripetibile.
Cosa dovrebbe fare allora la CdL alla prossima elezione del nuovo Presidente della Repubblica ???
La CdL deve avere un unico obiettivo: essere determinante nella elezione di D'Alema, dopo aver fatto toccare con mano allo stesso che lui non è così amato all'interno del suo stesso schieramento.
Come fare allora ??? Basta utilizzare il metodo dei pizzini, a posto di Massimo D'Alema basta che tutti i grandi elettori della CdL votino per un fantomatico Massimo D'Alima oppure Massimo Da Lima, scelgano loro.
Per quante volte utilizzare questo metodo, io direi per le prime due votazioni.
Alla terza votazione, cioè all'ultima utile per una maggioranza qualificata il Massimo D'Alima o Da Lima, diviene magicamente Massimo D'Alema.
Il Risultato ??? L'Unione è fregata e il rosso (comunista) è più sbiadito del solito, Nanni Moretti urlerà ancora più forte di "dire qualcosa di sinistra", La CdL avrà aperto una linea di credito con il nuovo inquilino del Quirinale ed avrà dimostrato di contare e di sapere farlo.
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