«Vogliamo governare e dialogare con l'opposizione. L'intervista rilasciata dal presidente del Senato Franco Marini è opportuna e giusta, speriamo che questo messaggio venga raccolto».
Se queste parole fossero state pronunciate da un margheritino qualunque ci avremmo riso sopra, ma se lo fa Massimo D'Alema la cosa ci preoccupa.
Capiamo sicuramente che proprio la mancanza di "dialogo" è stato il punto debole della strategia di baffino verso il Qurinale. Ma adesso, dopo che l'Unione si è beata di saper fare da sola per eleggere i presidenti di Camera, Senato e della Repubblica, (ricordiamo ancora il faccione di Prodi che bofonchiava: "2 a zssero, 2 a zssero"), l'Unione deve saper superare qualunque ostacolo.
l'offerta di dialogo di D'Alema ci pare tanto una polpetta avvelenata e pertanto suggeriamo alla CdL di dire un no, magari accompagnato da un educato grazie.
Secondo Prodi l'Italia non è un paese spaccato a metà.
E quando non c'è nessuna spaccatura allora non può esserci dialogo, perchè per dialogare bisogna essere in due, se invece c'è una massa indistinta allora c'è l'omogenizzazione.
Vista tale offerta dobbiamo concludere che D'Alema non la pensa come Prodi, e la cosa non ci sorpende. Ma se il Baffino sta ordendo una trama per defenestrare il Romano, allora deve farlo in maniera trasparente, come trasparente deve essere l'opposizione della CdL.
C'è un'altra spiegazione possibile per questa polpetta avvelenata, che sia un messaggio in codice per coloro che hanno manifestato più di un mal di pancia verso Berlusconi. Una sorta di promessa di cadreghe e prebende, soprattutto verso alcuni senatori borderline.
La polpetta, se la nostra "fantasiosa" ricostruzione fosse veritiera, deve essere respinta con sdegno.
Lo stesso sdegno con cui aluteremo eventuali saltatori della quaglia...
domenica, maggio 21, 2006
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