martedì, giugno 13, 2006

Il Dopo Berlusconi ? Work in progress

Secondo Gianfranco Fini, il dopo Berlusconi si realizzerà nel 2011. Se fosse per Follini e Tabacci, il dopo Berlusconi sarebbe dovuto essere già iniziato il 10 aprile scorso. Casini aspetta e si defila, pronto a sferrare la pugnalata decisiva, magari alle spalle.
Peccato che proprio il risultato elettorale abbia detto che Berlusconi non è un male necessario, ma il trascinatore ed il catalizzatore della CdL.
Capiamoci, il Berlusconi di Vicenza, quello capace di sfidare il colpo della strega e la nomenklatura della Confindustria. Quello capace di rivolgersi al cuore del popolo della Right Nation Italiana, quello capace di proporre l'abolizione dell'ICI sulla prima casa. Quello capace di non mettersi paura di fronte ai comunisti ed anzi capace di menare fendenti (a destra e) a manca.
Perchè c'è un Berlusconi che non piace, ed è quello che proprio non va è il Berlusconi che viene risucchiato nelle pastoie della politica politicante, quello delle defatiganti verifiche, delle lunghe trattative, delle grigie ed inconcludenti riunioni.
E' giusto e fisiologico che ci interroghi sul dopo Berlusconi, e che questo "dibattito" parta dalle pagine di un blog è davvero una notizia.
E' stato il Megafono a lanciare la "provocazione":
"Caro Presidente, ha concluso la sua parabola politica. Mi creda, quello che sto scrivendo non è indolore. Sono stato e sono tuttora un convinto berlusconiano. Ma incaponirsi su qualcosa che non c’è più non ha senso e fa male al centrodestra e all’Italia intera.Ha costruito qualcosa di importante ma non può e non deve gestirlo in eterno. Il centrodestra è abbastanza grande e maturo, può farcela da solo. Lei, scusi la mia franchezza, è ormai un elemento di disturbo e di penalizzazione. La stampa è contro di lei, i poteri forti sono contro di lei, metà del paese la odia, all’estero siamo derisi (parlo per esperienza personale) a causa sua....Forse la sconfitta alle elezioni, che tanto mi ha fatto soffrire, servirà proprio a questo. A far capire che il berlusconismo è morto e che bisogna andare oltre....Ma abbiamo ‘quasi-pareggiato’ grazie a un singolo uomo, non grazie ad un idea politica o ad uno schieramento coeso e convinto....Sogno un partito unico di centrodestra, che unisca tutte le anime liberali, conservatrici, moderate e riformiste del nostro paese. Sogno un centrodestra che non si vergogna di sé stesso. Sogno un centrodestra a testa alta, senza carichi giudiziari pendenti (sebbene in gran parte creati ad arte).E’ il sogno di una generazione intera. E’ il sogno di un Italia che non vuole stare a sinistra ma che in questo momento si vergogna di lei.Io no. Non ho questi problemi. Io giudico soltanto la storia recente del nostro paese. La sua “missione” è conclusa. Ne prenda atto. Compia un gesto di responsabilità e umiltà. Esca di scena ora, da ‘quasi-vincitore’ delle ultime elezioni. Accetti di diventare senatore a vita. Diventi uno di quei ‘padri della patria’ tanto autorevoli quanto inutili. E’ la migliore exit strategy possibile, prima che lei e l’intero centrodestra crollino definitivamente.So perfettamente che senza di lei perderemo molti consensi. Ma sono disposto a stare all’opposizione anche venti anni di seguito se serve a costruire il partito unico del centrodestra e a completare la costruzione di un grandioso progetto politico-culturale.Chi al suo posto? Non lo so, forse Fini. Sicuramente non Casini. Ma il problema non è la successione al Re. Il problema è la sopravvivenza del Regno. Chiunque lo guidi...."
Una risposta viene da Freedomland:
"E’ del tutto logico,in un paese normale, che un leader di partito (e di coalizione) in sella dal 1994 ceda il passo a qualcun’altro. Specie dopo aver perso le elezioni, seppur di poco.
Tutto vero, ma questo non è un paese normale. Ha una sinistra “antagonista” fortissima, la sinistra riformista e socialdemocratica (normale sparring partner dei conservatori in tutto il mondo) qui rappresenta una minoranza dell’intera “gauche” e,sopratutto, la destra è ben lontana dall’essere una composizione armonica e moderna pronta a camminare da sola.Berlusconi in questi cinque anni di governo ha dimostrato di essere l’unico in grado di aggregare una coalizione che va da Bossi e Tremaglia a Follini e De Michelis, di dargli un programma di govern o e di non cadere alla prima difficoltà parlamentare....Quest’uomo coi suoi difetti, le sue scarse basi politiche, il suo fare istrionico ha dato cittadinanza politica a milioni di persone che non l’avrebbero avuta,ha sdoganato la destra italiana, ha ricucito i rapporti con la parte irrequieta e produttiva del paese (il nord per capirci) e ha dato un minimo di modernità a questo paese...Fatto l’elogio, facciamo un pò di fantapolitica.Supponiamo che Silvio accolga l’appello e si tolga dalle scatole. Ammettiamo per un attimo anche di creare un grande partito unico di centrodestra (ma ha senso con questo sistema elettorale?) e ammettiamo che Silvio Berlusconi (unico a crederci, unico a lottare quando gli altri si preparavano a perdere. Ricordiamocelo questo) decida di rimanere un “padre nobile” senza entrare nell’agone politico in prima persona...Silvio Berlusconi ha una grossa colpa, per cui è odiatissimo. Ha letteralmente rovesciato il tavolo della politica: ha aggregato gente che di politica non si era mai occupata, ha rotto il dualismo dc-pci che martinazzoli e occhetto tentarono di riproporre, ha salvato un’intera classe dirigente orfana del “socialismo dal volto umano” di Bettino Craxi, ha fatto diventare la riduzione delle tasse e il federalismo temi su cui i politici italiani devono confrontarsi ogni giorno e,sopratutto, ha riportato l’Italia al fianco degli Stati Uniti.
Ha fatto troppo, per poterlo liquidare così. E gli altri hanno fatto troppo poco per meritarsi la mia e nostra fiducia.Dimostrino di essere dei leader coraggiosi e,forse, ne riparleremo."

E' la volta di Silvio non farmi astenere più rispondere a Domenico:
"...il centrodestra in realtà non può ancora prescindere dal suo leader e non potrà mai prescindere dal berlusconismo...Non credo che SB si ostini a restare il leader della Cdl. L’uomo, come tutti i grandi, certamente non manca di orgoglio e aspirazione ma penso che abbia chiara l’esigenza di farsi da parte. Penso addirittura che abbia già un nome in mente, Franco Frattini. Tuttavia in questo momento a guidare la transizione non può che essere lui. La performance della Cdl alle ultime politiche è dovuta in gran parte al suo ruolo nel bene e nel male e se in questo momento dovesse sparire improvvisamente la coalizione si sfalderebbe. È invece importante che si capitalizzi subito il prezioso consolidarsi di un centrodestra unito nell’elettorato e questo processo non può che guidarlo SB. Non perché il Cavaliere sia il migliore, non perché sia il padre padrone e neppure perché ha creato il centrodestra ma semplicemente perché è l’unico in grado di far dialogare in modo costruttivo i partiti della Cdl...
L’uscita di SB non significherà, al di là di quello che possiamo desiderare, la fine del berlusconismo, anzi. Quando il Cavaliere uscirà di scena il berlusconismo, inteso come idea politica, sarà certamente più forte di prima. Sciolto dalle problematiche legate al contingente (conflitti d’interesse e processi) resterà tutta la spinta innovativa che il suo ingresso ha impresso alla nostra politica. Il futuro del liberalismo italiano sarà inevitabilmente legato quest’uomo e se il berlusconismo resterà negli obiettivi fondamentali io sarò certo che il centrodestra di domani sarà anche il mio centrodestra...
È sbagliato adattarsi sui giudizi dettati dalla vulgata mediatica. Rassegnarsi a riconoscere SB “unfit” significa rassegnarsi ad accettare che la nostra democrazia sia pesantemente influenzata da certi ambienti sopranazionali. Anche io ho vissuto all’estero la difficoltà di spiegare come l’Italia potesse avere un presidente del Consiglio che veniva dipinto come un trafficante di droga. Ma perché dobbiamo rassegnarci a questa mostruosità? Perché dovremmo lasciarci dettare dalla stampa estera i nostri orientamenti politici? Io dico a SB di aiutarci a gettare le basi di questo centrodestra, partito unico o confederato che sia, e di farsi da parte perché ritengo in dirittura d’arrivo il suo contributo politico. Ma non mi si dica che devo RINUNCIARE al miglior politico dell’Italia repubblicana perché c’è qualche direttore di stampa inglese con la puzza sotto il naso, altrimenti lo sosterrò fino a quando l’ultima cellula del suo corpo non sarà andata in decomposizione!"

Collaterale, ma non troppo a questo discorso è anche il manifesto di inzio legislatura del Circolo Giovani:
"Metabolizzato il fatto di trovarci all’opposizione, sono due le strade che ci si aprono davanti. Una è fin troppo battuta. Assumere una posizione a priori e criticare il governo su tutto. Ma proprio tutto. Modello Unità per intenderci. Dobbiamo ammettere che potrebbe essere anche divertente....Guardiamo alla seconda strada. Guardiamo in casa nostra. Delle libertà naturalmente…Ci carichiamo di una responsabilità con la consapevolezza delle possibilità che si aprono. Bisogna ripensare il centrodestra. Non distruggere la Casa, ma fare i lavori necessari. I motivi sono davvero tanti. Primo tra tutti, il rispetto per quella (quasi) metà di italiani che dopo cinque lunghi, logoranti, difficili, Travagliati, anni di governo, hanno deciso di confermare la loro fiducia in Silvio Berlusconi. Attore protagonista da ormai più di dodici anni, a livelli assoluti durante questa campagna elettorale. Lo ripetiamo da sempre, ma a costo di ripeterci dobbiamo dirlo ancora una volta. Lui rappresenta il centrodestra, lo ha creato, guidato, governato, mantenuto in vita. Politicamente, economicamente, mediaticamente. Sul lato culturale-ideologico purtroppo ci sarebbe da discutere...Per questo Berlusconi non deve fermarsi, a maggior ragione dopo aver sentito dell’intenzione di alcuni deputati di maggioranza di nominarlo senatore a vita. Qual miglior modo di levarselo dalle scatole!E invece no. Questo è il momento di uno scatto in avanti. Non mollare, anzi rilanciare. Ha costruito un partito, una coalizione, un governo. Ora deve lanciarsi nell’impresa più difficile. Costruire una cultura politica. Quella cultura che in Italia manca, messa ai margini da quella cultura di sinistra che non ammette concorrenti. Una squadra inconsapevole, che sa difendersi, marciare unita, in nome di quel bersaglio unificante che porta proprio il nome di Silvio Berlusconi....Partiamo dal basso. Perché tutti i partiti della Casa possono portare un contributo esclusivo che gli altri non hanno. La buttiamo lì in breve. La penetrazione mediatica di Berlusconi/Forza Italia, il radicamento sul territorio degli altri, Lega al Nord, AN al centro, UDC al sud."
E pensare che il dibattito è solo all'inizio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

quando in tv si parla del futuro del centrodestra non ci sbagliamo mai :-)