Ci permettiamo di proporre alla senatrice Finocchiaro un semplice calcolo, in modo che la prossima volta che dovrà giustificare l'apposizione della questione di fiducia da parte del suo Governo Prodi + 102, possa trovare una scusa un po' più intelligente, se ne è capace.
Secondo l'autorevolissima senatrice, il Governo Berlusconi ha posto la fiducia ben 46 volte al Senato e quindi il Governo prodi può porla quando vuole.
Ora, il governo Prodi può proporre la questione di fiducia ogni volta che vuole, non perchè lo ha fatto Berlusconi, ma perchè il regolamento del Senato lo permette.
Ritorniamo a bomba al nostro calcolo però.
Il Governo Berlusconi è durato all'incirca cinque anni, ossia 60 mesi mese più mese meno.
Dividendo 46 (le volte che è stata chiesta la fiducia) per 60 8 i mesi di durata) il risultato è 0,767 (meno di una volta al mese).
Il Governo Prodi nel suo primo mese di vita, mese più mese meno, ha già chiesto la fiducia al Senato 3 volte.
Facendo il calcolo di prima 3/1 il risultato è 3.
Se il governo Prodi durasse 60 mesi, (Dio non voglia), il risultato sarebbe 180.
Ben 3,913 volte superiore al governo Berlusconi.
Sarà questa la superiorità morale ???
mercoledì, giugno 28, 2006
Vieni avanti (de)cretino
Preidcano bene e razzolano male.
Niente di nuovo sotto il sole o sul fronte orientale, scegliete voi.
Si sapeva che il Senato era il tallone di Achille dell'Unione e quindi era logico che meno si discute e si vota in maniera ordinaria e meglio è. Vale qualunque mezzo od espediente regolamentare.
Intendiamoci è tutto legittimo e formalmente ineccepibile, solamente, cari sinistri, toglietevi quella patina di superiorità e qull'aria da primi della classe.
Siete come gli altri anzi peggio, perchè all'opposizione date lezione su come ci si dovrebbe comportare e quando arrivate al potere moltiplicate le poltrone e le cadreghe, nemmeno fossero pani e pesci.
Ieri il Governo, per bocca del neo ministro incaricato al dialogo istituzionale Chiti,ha preannunciato l'apposizione della questione di fiducia su due provvedimenti.
Il primo riguarda la conversione del decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173, recante proroga di termini per l’emanazione di atti di natura regolamentare, emanato dal Governo Berlusconi.
Ebbene il Governo Prodi presenta un maxi emendamento con conseguente richiesta di fiducia così composto:
1 articolo;
16 commi;
683 parole;
18 paragrafi
55 righe
3493 caratteri (senza spazi)
4154 caratteri (con gli spazi)
Esaminando più a fondo l'emendamento governativo si scopre che:
Art. 1
1. Il decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173, recante proroga di termini per l’emanazione di atti di natura regolamentare, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.
2. Le disposizioni di cui all’articolo 8, comma 2, del decreto–legge 30 giugno 2005, n. 115, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 agosto 2005, n. 168, continuano ad applicarsi fino al 30 giugno 2007.
3. All’articolo 1 della legge 14 maggio 2005, n. 80, dopo il comma 5 è inserito il seguente:
"5-bis. Entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo adottato nell’esercizio della delega di cui al comma 5, il Governo può adottare disposizioni correttive e integrative, nel rispetto dei principi e dei criteri direttivi di cui al comma 6 e con la procedura di cui al medesimo comma 5.".
4. All’articolo 40, comma 1, della legge 28 dicembre 2005, n. 262, le parole: "sei mesi" sono sostituite dalle seguenti: "dodici mesi ".
5. Le disposizioni correttive e integrative di cui all’articolo 1, comma 4, della legge 28 marzo 2003, n. 53, possono essere adottate, relativamente ai decreti legislativi 15 aprile 2005, n. 76, 15 aprile 2005, n. 77, 17 ottobre 2005, n. 226, e 17 ottobre 2005, n. 227, entro trentasei mesi dalla data della loro entrata in vigore.
6. E’ prorogato all’anno scolastico 2007–2008 il regime transitorio concernente l’accesso anticipato alla scuola dell'infanzia, di cui all’articolo 7, comma 4, della legge 28 marzo 2003, n. 53, e successive modificazioni. Conseguentemente, l’articolo 2 del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, si applica a decorrere dall’anno scolastico 2008–2009.
7. All’articolo 14, comma 3, del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, le parole: "e fino alla messa a regime della scuola secondaria di primo grado," sono sostituite dalle seguenti: "e fino all’anno scolastico 2008–2009,".
8. All’articolo 27, comma 4, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, le parole: "a decorrere dall’anno scolastico e formativo 2007–2008" sono sostituite dalle seguenti: "a decorrere dall’anno scolastico e formativo 2008–2009".
9. All’articolo 2, comma 3, della legge 30 settembre 2004, n. 252, le parole: "dodici mesi" sono sostituite dalle seguenti: "ventiquattro mesi".
10. All’articolo 5, comma 1, della legge 28 novembre 2005, n. 246, le parole: "diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge" sono sostituite dalle seguenti:" il 31 dicembre 2007".
11. Al comma 1 dell’articolo 6 della legge 29 luglio 2003, n. 229, le parole: "tre anni" sono sostituite dalle seguenti: "quattro anni".
12. Entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, il Governo è delegato ad adottare, su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e del Ministro per le politiche europee nei casi di cui all’articolo 10, commi 4 e 5, della legge 4 febbraio 2005, n.11, e successive modificazioni, uno o più decreti legislativi correttivi ed integrativi dei decreti legislativi adottati in attuazione delle deleghe di cui agli articoli 7 e 8 della legge 5 marzo 2001, n. 57, e di cui all’articolo 1 della legge 7 marzo 2003, n. 38, e successive modificazioni, nel rispetto dei principi e criteri di delega indicati dalle predette leggi e con le stesse procedure.
13. Al comma 1 dell’articolo 3 della legge 28 novembre 2005, n.246, le parole "entro un anno" sono sostituite dalle seguenti: "entro tre anni".
14.E’ prorogato di un anno il termine di cui al comma 1 dell’articolo 20-bis della legge 29 luglio 2003, n. 229, per l’adozione di uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi di cui agli articoli 4 e 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229, nel rispetto degli oggetti, dei principi e criteri direttivi e della procedura di cui al medesimo articolo 20-bis.
15. Al comma 5 dell’articolo 6 della legge 8 luglio 2003, n. 172 le parole: "entro un anno" sono sostituite dalle seguenti: "entro due anni".
16. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Ad occhio e croce non mi sembrano degli atti di natura regolamentare.
Ma noi qui siamo moralmente inferiori e contro la Costituzione.
Speriamo che qualche "trombone", magari a vita, abbia il coraggio di dire qualcosa a riguardo.
Qualsiasi cosa...
Niente di nuovo sotto il sole o sul fronte orientale, scegliete voi.
Si sapeva che il Senato era il tallone di Achille dell'Unione e quindi era logico che meno si discute e si vota in maniera ordinaria e meglio è. Vale qualunque mezzo od espediente regolamentare.
Intendiamoci è tutto legittimo e formalmente ineccepibile, solamente, cari sinistri, toglietevi quella patina di superiorità e qull'aria da primi della classe.
Siete come gli altri anzi peggio, perchè all'opposizione date lezione su come ci si dovrebbe comportare e quando arrivate al potere moltiplicate le poltrone e le cadreghe, nemmeno fossero pani e pesci.
Ieri il Governo, per bocca del neo ministro incaricato al dialogo istituzionale Chiti,ha preannunciato l'apposizione della questione di fiducia su due provvedimenti.
Il primo riguarda la conversione del decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173, recante proroga di termini per l’emanazione di atti di natura regolamentare, emanato dal Governo Berlusconi.
Ebbene il Governo Prodi presenta un maxi emendamento con conseguente richiesta di fiducia così composto:
1 articolo;
16 commi;
683 parole;
18 paragrafi
55 righe
3493 caratteri (senza spazi)
4154 caratteri (con gli spazi)
Esaminando più a fondo l'emendamento governativo si scopre che:
Art. 1
1. Il decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173, recante proroga di termini per l’emanazione di atti di natura regolamentare, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.
2. Le disposizioni di cui all’articolo 8, comma 2, del decreto–legge 30 giugno 2005, n. 115, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 agosto 2005, n. 168, continuano ad applicarsi fino al 30 giugno 2007.
3. All’articolo 1 della legge 14 maggio 2005, n. 80, dopo il comma 5 è inserito il seguente:
"5-bis. Entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo adottato nell’esercizio della delega di cui al comma 5, il Governo può adottare disposizioni correttive e integrative, nel rispetto dei principi e dei criteri direttivi di cui al comma 6 e con la procedura di cui al medesimo comma 5.".
4. All’articolo 40, comma 1, della legge 28 dicembre 2005, n. 262, le parole: "sei mesi" sono sostituite dalle seguenti: "dodici mesi ".
5. Le disposizioni correttive e integrative di cui all’articolo 1, comma 4, della legge 28 marzo 2003, n. 53, possono essere adottate, relativamente ai decreti legislativi 15 aprile 2005, n. 76, 15 aprile 2005, n. 77, 17 ottobre 2005, n. 226, e 17 ottobre 2005, n. 227, entro trentasei mesi dalla data della loro entrata in vigore.
6. E’ prorogato all’anno scolastico 2007–2008 il regime transitorio concernente l’accesso anticipato alla scuola dell'infanzia, di cui all’articolo 7, comma 4, della legge 28 marzo 2003, n. 53, e successive modificazioni. Conseguentemente, l’articolo 2 del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, si applica a decorrere dall’anno scolastico 2008–2009.
7. All’articolo 14, comma 3, del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, le parole: "e fino alla messa a regime della scuola secondaria di primo grado," sono sostituite dalle seguenti: "e fino all’anno scolastico 2008–2009,".
8. All’articolo 27, comma 4, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, le parole: "a decorrere dall’anno scolastico e formativo 2007–2008" sono sostituite dalle seguenti: "a decorrere dall’anno scolastico e formativo 2008–2009".
9. All’articolo 2, comma 3, della legge 30 settembre 2004, n. 252, le parole: "dodici mesi" sono sostituite dalle seguenti: "ventiquattro mesi".
10. All’articolo 5, comma 1, della legge 28 novembre 2005, n. 246, le parole: "diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge" sono sostituite dalle seguenti:" il 31 dicembre 2007".
11. Al comma 1 dell’articolo 6 della legge 29 luglio 2003, n. 229, le parole: "tre anni" sono sostituite dalle seguenti: "quattro anni".
12. Entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, il Governo è delegato ad adottare, su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e del Ministro per le politiche europee nei casi di cui all’articolo 10, commi 4 e 5, della legge 4 febbraio 2005, n.11, e successive modificazioni, uno o più decreti legislativi correttivi ed integrativi dei decreti legislativi adottati in attuazione delle deleghe di cui agli articoli 7 e 8 della legge 5 marzo 2001, n. 57, e di cui all’articolo 1 della legge 7 marzo 2003, n. 38, e successive modificazioni, nel rispetto dei principi e criteri di delega indicati dalle predette leggi e con le stesse procedure.
13. Al comma 1 dell’articolo 3 della legge 28 novembre 2005, n.246, le parole "entro un anno" sono sostituite dalle seguenti: "entro tre anni".
14.E’ prorogato di un anno il termine di cui al comma 1 dell’articolo 20-bis della legge 29 luglio 2003, n. 229, per l’adozione di uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi di cui agli articoli 4 e 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229, nel rispetto degli oggetti, dei principi e criteri direttivi e della procedura di cui al medesimo articolo 20-bis.
15. Al comma 5 dell’articolo 6 della legge 8 luglio 2003, n. 172 le parole: "entro un anno" sono sostituite dalle seguenti: "entro due anni".
16. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Ad occhio e croce non mi sembrano degli atti di natura regolamentare.
Ma noi qui siamo moralmente inferiori e contro la Costituzione.
Speriamo che qualche "trombone", magari a vita, abbia il coraggio di dire qualcosa a riguardo.
Qualsiasi cosa...
martedì, giugno 27, 2006
Da meditare
Sacrifici, leggi, ecc. Ogni libertà comincia da un impedimento. Il sì comincia dal no.
Gustave Thibon
Gustave Thibon
lunedì, giugno 26, 2006
le conseguenze di una sconfitta
Abbiamo perso, malamente.
Ha ragione Mario Sechi quando invita la CdL a non dimenticare questa campagna elettorale. Veramente, non è solo questa la campagna elettorale da cui prendere lezioni.
Avremmo dovuto imparare da quella lunga serie di campagne elettorali, culminata con le disastrosa campagna elettorale delle regionali del 2005.
Certo, il 9 ed il 10 aprile ci eravamo illusi che la storia avesse potuto prendere una piega diversa.
Illusione, perchè oramaia siamo come l'Inter, anzi peggio.
Con questa classe dirigente non solo non vinceremo mai, ma non possiamo neppure invocare le attenuanti del sistema Moggi.
Sono gli elettori che ci stanno sonoramente bocciando. Sia quelli di centrodestra che non vanno a votare, che quelli di sinistra che a votare per punirci ci vanno sempre.
Dall'aprile scorso la Casa delle Libertà, in procinto di divenire la casa dei nani e delle ballerine, ha dissipato un immenso patrimonio elettorale.
Preisdenza della Camera, presidenza del Senato, Presidenza della Repubblica, Fiducia alla carica dei 102 del governo Prodi, Commissioni parlamentari e questione dei Senatori a vita. In tutte queste situazioni quanto ha contato il centrodestra ???
Niente, nada, nothing....
Stiamo ancora frignando come bambini ripetendo "ricontiamo, ricontiamo", oppure come i vecchietti laidi appostati nei parchi a osservare i culi della ragazze.
Intanto il mondo va avanti, mentre il centrosinistra va indietro e con loro l'Italia.
Il paradosso è questo: nonostante questo centrosinistra non piaccia neanche a chi lo ha sostenuto, il centrodestra non solo non avanza elettoralmente, ma regredisce paurosamente.
Il problema è che il 9 ed il 10 aprile scorso, gli elettori non hanno premiato una opaca e abbastanza scialba prova di governo, ma hanno votato la CdL perchè avevano paura della marea rossa.
Purtroppo la classe digerente del Centrodestra questo non l'ha capito, come molte altre cose. E siccome sono stati i leader ha mettere costoro nelle liste elettorali per essere cooptati elettoralmente, allora la responsabilità di questa serie di cazzate va addebitata interamente a loro.
Occorre che qualcuno cominci a pronunciare una parola: dimissioni di tutti indistintamente.
Prima che sia troppo tardi deve essere il popolo di centrodestra a scegliersi dei nuovi leader, se del caso, ed un nuova classe dirigente, questa è una vera e propria emergenza.
Veramente non ci sarebbe bisogno di pronunciarla in un paese liberale, ma siamo sicuri che l'Italia lo sia ?
Ha ragione Mario Sechi quando invita la CdL a non dimenticare questa campagna elettorale. Veramente, non è solo questa la campagna elettorale da cui prendere lezioni.
Avremmo dovuto imparare da quella lunga serie di campagne elettorali, culminata con le disastrosa campagna elettorale delle regionali del 2005.
Certo, il 9 ed il 10 aprile ci eravamo illusi che la storia avesse potuto prendere una piega diversa.
Illusione, perchè oramaia siamo come l'Inter, anzi peggio.
Con questa classe dirigente non solo non vinceremo mai, ma non possiamo neppure invocare le attenuanti del sistema Moggi.
Sono gli elettori che ci stanno sonoramente bocciando. Sia quelli di centrodestra che non vanno a votare, che quelli di sinistra che a votare per punirci ci vanno sempre.
Dall'aprile scorso la Casa delle Libertà, in procinto di divenire la casa dei nani e delle ballerine, ha dissipato un immenso patrimonio elettorale.
Preisdenza della Camera, presidenza del Senato, Presidenza della Repubblica, Fiducia alla carica dei 102 del governo Prodi, Commissioni parlamentari e questione dei Senatori a vita. In tutte queste situazioni quanto ha contato il centrodestra ???
Niente, nada, nothing....
Stiamo ancora frignando come bambini ripetendo "ricontiamo, ricontiamo", oppure come i vecchietti laidi appostati nei parchi a osservare i culi della ragazze.
Intanto il mondo va avanti, mentre il centrosinistra va indietro e con loro l'Italia.
Il paradosso è questo: nonostante questo centrosinistra non piaccia neanche a chi lo ha sostenuto, il centrodestra non solo non avanza elettoralmente, ma regredisce paurosamente.
Il problema è che il 9 ed il 10 aprile scorso, gli elettori non hanno premiato una opaca e abbastanza scialba prova di governo, ma hanno votato la CdL perchè avevano paura della marea rossa.
Purtroppo la classe digerente del Centrodestra questo non l'ha capito, come molte altre cose. E siccome sono stati i leader ha mettere costoro nelle liste elettorali per essere cooptati elettoralmente, allora la responsabilità di questa serie di cazzate va addebitata interamente a loro.
Occorre che qualcuno cominci a pronunciare una parola: dimissioni di tutti indistintamente.
Prima che sia troppo tardi deve essere il popolo di centrodestra a scegliersi dei nuovi leader, se del caso, ed un nuova classe dirigente, questa è una vera e propria emergenza.
Veramente non ci sarebbe bisogno di pronunciarla in un paese liberale, ma siamo sicuri che l'Italia lo sia ?
sabato, giugno 24, 2006
giovedì, giugno 22, 2006
mercoledì, giugno 21, 2006
L'agenda Giavazzi almeno c'è, quella che manca è una agenda Tremonti e/o Martino
Ho aderito al manifesto degli outsider lanciato dal segretario Capezzone. Il contenuto è condivisibile e quindi ho trovato giusto ed opportuno aderire.
Non mi sono fatto obnubilare da quell'aria sinistrese da superiore antropologico che si è imposessata di Capezzone, da quando è divenuto onorevole.
Può piacere e non piacere, ma almeno Capezzone persegue tenacemente l'obiettivo dell'agenda Giavazzi.
Purtroppo quello che manca è, dal versante della CdL, una analoga, e magari molto più liberale, iniziativa da parte di Tremonti o meglio di Martino.
Una agenda delle libertà e delle opportunità per tutti, che riesca a far uscire dalle secche del "ricontiamo" e dai "culi" delle soubrette la politica del centrodestra.
Non mi sono fatto obnubilare da quell'aria sinistrese da superiore antropologico che si è imposessata di Capezzone, da quando è divenuto onorevole.
Può piacere e non piacere, ma almeno Capezzone persegue tenacemente l'obiettivo dell'agenda Giavazzi.
Purtroppo quello che manca è, dal versante della CdL, una analoga, e magari molto più liberale, iniziativa da parte di Tremonti o meglio di Martino.
Una agenda delle libertà e delle opportunità per tutti, che riesca a far uscire dalle secche del "ricontiamo" e dai "culi" delle soubrette la politica del centrodestra.
martedì, giugno 20, 2006
I cenacoli di Tocqueville
A Sestri ho lanciato l'idea di far nascere dei "Cenacoli" di Tocqueville.
Oggi l'idea di istituire dei circoli di Ideazione viene rilanciata da Born to be Free.
A ben guardare tali idee non sono così lontane, anzi.
Credo che fare dei circoli di Ideazione somiglierebbe troppo ai circoli di liberal.
Tocqueville è divenuto un marchio, ha una sua identità caratteristica, ha un suo retroterra culturale (lib-con) ed ha un suo fascino. Tocqueville, poi, è anche sinonimo di innovazione e di quella nuova rivoluzione comunicativa che sono i blog.
Anche per segnare la propria diversità, personalmente, preferirei la denominazione "cenacolo", oltre che per distinguermi da liberal e da il Circolo di Dell'Utri, anche per caratterizzare l'idea rinascimentale di cenacolo.
Un luogo di produzione di rinnovamento culturale in tutti i campi. Un luogo in cui la politica non era estranea oppure non voluta, anzi, spesso erano proprio i cenacoli i veri cervelli della politica.
"Tocqueville - il cenacolo dei liberi", non è male sia come suona sia il retroterra tradizionale, culturale e politico che sottende e rende palese.
Io credo che una tale scommessa vada giocata.
p.s.: se poi volete un responsabile organizzativo nazionale di tali Cenacoli, mi propongo fin da oggi.
Oggi l'idea di istituire dei circoli di Ideazione viene rilanciata da Born to be Free.
A ben guardare tali idee non sono così lontane, anzi.
Credo che fare dei circoli di Ideazione somiglierebbe troppo ai circoli di liberal.
Tocqueville è divenuto un marchio, ha una sua identità caratteristica, ha un suo retroterra culturale (lib-con) ed ha un suo fascino. Tocqueville, poi, è anche sinonimo di innovazione e di quella nuova rivoluzione comunicativa che sono i blog.
Anche per segnare la propria diversità, personalmente, preferirei la denominazione "cenacolo", oltre che per distinguermi da liberal e da il Circolo di Dell'Utri, anche per caratterizzare l'idea rinascimentale di cenacolo.
Un luogo di produzione di rinnovamento culturale in tutti i campi. Un luogo in cui la politica non era estranea oppure non voluta, anzi, spesso erano proprio i cenacoli i veri cervelli della politica.
"Tocqueville - il cenacolo dei liberi", non è male sia come suona sia il retroterra tradizionale, culturale e politico che sottende e rende palese.
Io credo che una tale scommessa vada giocata.
p.s.: se poi volete un responsabile organizzativo nazionale di tali Cenacoli, mi propongo fin da oggi.
Da Sestri ad Ascoli...
Ancora devo recuperare dal viaggio di ritorno da Sestri levante.
Eppure ho ancora negli occhi le facce di coloro che hanno partecipato, di coloro che ho rivisto, di chi ho conosciuto per la prima volta.
Ho ancora nelle orecchie tutto quello che ho sentito al convegno e quello che ci siamo detti a tavola, al bar, durante una passeggiata.
E' stato bello ed interessante.
Ho risentito il mio intervento al convegno, le cose che ho detto potevano, sicuramente, essere dette meglio.
Inizierò a lavorarci per farne un post....
prima però servirà una doccia ed un riposino ristoratore.
Eppure ho ancora negli occhi le facce di coloro che hanno partecipato, di coloro che ho rivisto, di chi ho conosciuto per la prima volta.
Ho ancora nelle orecchie tutto quello che ho sentito al convegno e quello che ci siamo detti a tavola, al bar, durante una passeggiata.
E' stato bello ed interessante.
Ho risentito il mio intervento al convegno, le cose che ho detto potevano, sicuramente, essere dette meglio.
Inizierò a lavorarci per farne un post....
prima però servirà una doccia ed un riposino ristoratore.
lunedì, giugno 19, 2006
giovedì, giugno 15, 2006
CVD
Avevamo scritto questo post il 18 maggio scorso. Chiudevamo così: "Vista la pessima tecnica legislativa adottata, credo proprio che in sede di conversione ci potrebbe scappare una fiducietta.Ma siamo davvero malfidati e poco inclini alla concordia.".
Ebbene al Senato il governo Prodi mette la fiducia proprio sul disegno di legge di conversione del decreto legge della riorganizzazione poltronistica del governo.
Come Volevasi Dimostrare
Ebbene al Senato il governo Prodi mette la fiducia proprio sul disegno di legge di conversione del decreto legge della riorganizzazione poltronistica del governo.
Come Volevasi Dimostrare
martedì, giugno 13, 2006
Il Dopo Berlusconi ? Work in progress
Secondo Gianfranco Fini, il dopo Berlusconi si realizzerà nel 2011. Se fosse per Follini e Tabacci, il dopo Berlusconi sarebbe dovuto essere già iniziato il 10 aprile scorso. Casini aspetta e si defila, pronto a sferrare la pugnalata decisiva, magari alle spalle.
Peccato che proprio il risultato elettorale abbia detto che Berlusconi non è un male necessario, ma il trascinatore ed il catalizzatore della CdL.
Capiamoci, il Berlusconi di Vicenza, quello capace di sfidare il colpo della strega e la nomenklatura della Confindustria. Quello capace di rivolgersi al cuore del popolo della Right Nation Italiana, quello capace di proporre l'abolizione dell'ICI sulla prima casa. Quello capace di non mettersi paura di fronte ai comunisti ed anzi capace di menare fendenti (a destra e) a manca.
Perchè c'è un Berlusconi che non piace, ed è quello che proprio non va è il Berlusconi che viene risucchiato nelle pastoie della politica politicante, quello delle defatiganti verifiche, delle lunghe trattative, delle grigie ed inconcludenti riunioni.
E' giusto e fisiologico che ci interroghi sul dopo Berlusconi, e che questo "dibattito" parta dalle pagine di un blog è davvero una notizia.
E' stato il Megafono a lanciare la "provocazione":
"Caro Presidente, ha concluso la sua parabola politica. Mi creda, quello che sto scrivendo non è indolore. Sono stato e sono tuttora un convinto berlusconiano. Ma incaponirsi su qualcosa che non c’è più non ha senso e fa male al centrodestra e all’Italia intera.Ha costruito qualcosa di importante ma non può e non deve gestirlo in eterno. Il centrodestra è abbastanza grande e maturo, può farcela da solo. Lei, scusi la mia franchezza, è ormai un elemento di disturbo e di penalizzazione. La stampa è contro di lei, i poteri forti sono contro di lei, metà del paese la odia, all’estero siamo derisi (parlo per esperienza personale) a causa sua....Forse la sconfitta alle elezioni, che tanto mi ha fatto soffrire, servirà proprio a questo. A far capire che il berlusconismo è morto e che bisogna andare oltre....Ma abbiamo ‘quasi-pareggiato’ grazie a un singolo uomo, non grazie ad un idea politica o ad uno schieramento coeso e convinto....Sogno un partito unico di centrodestra, che unisca tutte le anime liberali, conservatrici, moderate e riformiste del nostro paese. Sogno un centrodestra che non si vergogna di sé stesso. Sogno un centrodestra a testa alta, senza carichi giudiziari pendenti (sebbene in gran parte creati ad arte).E’ il sogno di una generazione intera. E’ il sogno di un Italia che non vuole stare a sinistra ma che in questo momento si vergogna di lei.Io no. Non ho questi problemi. Io giudico soltanto la storia recente del nostro paese. La sua “missione” è conclusa. Ne prenda atto. Compia un gesto di responsabilità e umiltà. Esca di scena ora, da ‘quasi-vincitore’ delle ultime elezioni. Accetti di diventare senatore a vita. Diventi uno di quei ‘padri della patria’ tanto autorevoli quanto inutili. E’ la migliore exit strategy possibile, prima che lei e l’intero centrodestra crollino definitivamente.So perfettamente che senza di lei perderemo molti consensi. Ma sono disposto a stare all’opposizione anche venti anni di seguito se serve a costruire il partito unico del centrodestra e a completare la costruzione di un grandioso progetto politico-culturale.Chi al suo posto? Non lo so, forse Fini. Sicuramente non Casini. Ma il problema non è la successione al Re. Il problema è la sopravvivenza del Regno. Chiunque lo guidi...."
Una risposta viene da Freedomland:
"E’ del tutto logico,in un paese normale, che un leader di partito (e di coalizione) in sella dal 1994 ceda il passo a qualcun’altro. Specie dopo aver perso le elezioni, seppur di poco.
Tutto vero, ma questo non è un paese normale. Ha una sinistra “antagonista” fortissima, la sinistra riformista e socialdemocratica (normale sparring partner dei conservatori in tutto il mondo) qui rappresenta una minoranza dell’intera “gauche” e,sopratutto, la destra è ben lontana dall’essere una composizione armonica e moderna pronta a camminare da sola.Berlusconi in questi cinque anni di governo ha dimostrato di essere l’unico in grado di aggregare una coalizione che va da Bossi e Tremaglia a Follini e De Michelis, di dargli un programma di govern o e di non cadere alla prima difficoltà parlamentare....Quest’uomo coi suoi difetti, le sue scarse basi politiche, il suo fare istrionico ha dato cittadinanza politica a milioni di persone che non l’avrebbero avuta,ha sdoganato la destra italiana, ha ricucito i rapporti con la parte irrequieta e produttiva del paese (il nord per capirci) e ha dato un minimo di modernità a questo paese...Fatto l’elogio, facciamo un pò di fantapolitica.Supponiamo che Silvio accolga l’appello e si tolga dalle scatole. Ammettiamo per un attimo anche di creare un grande partito unico di centrodestra (ma ha senso con questo sistema elettorale?) e ammettiamo che Silvio Berlusconi (unico a crederci, unico a lottare quando gli altri si preparavano a perdere. Ricordiamocelo questo) decida di rimanere un “padre nobile” senza entrare nell’agone politico in prima persona...Silvio Berlusconi ha una grossa colpa, per cui è odiatissimo. Ha letteralmente rovesciato il tavolo della politica: ha aggregato gente che di politica non si era mai occupata, ha rotto il dualismo dc-pci che martinazzoli e occhetto tentarono di riproporre, ha salvato un’intera classe dirigente orfana del “socialismo dal volto umano” di Bettino Craxi, ha fatto diventare la riduzione delle tasse e il federalismo temi su cui i politici italiani devono confrontarsi ogni giorno e,sopratutto, ha riportato l’Italia al fianco degli Stati Uniti.
Ha fatto troppo, per poterlo liquidare così. E gli altri hanno fatto troppo poco per meritarsi la mia e nostra fiducia.Dimostrino di essere dei leader coraggiosi e,forse, ne riparleremo."
E' la volta di Silvio non farmi astenere più rispondere a Domenico:
"...il centrodestra in realtà non può ancora prescindere dal suo leader e non potrà mai prescindere dal berlusconismo...Non credo che SB si ostini a restare il leader della Cdl. L’uomo, come tutti i grandi, certamente non manca di orgoglio e aspirazione ma penso che abbia chiara l’esigenza di farsi da parte. Penso addirittura che abbia già un nome in mente, Franco Frattini. Tuttavia in questo momento a guidare la transizione non può che essere lui. La performance della Cdl alle ultime politiche è dovuta in gran parte al suo ruolo nel bene e nel male e se in questo momento dovesse sparire improvvisamente la coalizione si sfalderebbe. È invece importante che si capitalizzi subito il prezioso consolidarsi di un centrodestra unito nell’elettorato e questo processo non può che guidarlo SB. Non perché il Cavaliere sia il migliore, non perché sia il padre padrone e neppure perché ha creato il centrodestra ma semplicemente perché è l’unico in grado di far dialogare in modo costruttivo i partiti della Cdl...
L’uscita di SB non significherà, al di là di quello che possiamo desiderare, la fine del berlusconismo, anzi. Quando il Cavaliere uscirà di scena il berlusconismo, inteso come idea politica, sarà certamente più forte di prima. Sciolto dalle problematiche legate al contingente (conflitti d’interesse e processi) resterà tutta la spinta innovativa che il suo ingresso ha impresso alla nostra politica. Il futuro del liberalismo italiano sarà inevitabilmente legato quest’uomo e se il berlusconismo resterà negli obiettivi fondamentali io sarò certo che il centrodestra di domani sarà anche il mio centrodestra...
È sbagliato adattarsi sui giudizi dettati dalla vulgata mediatica. Rassegnarsi a riconoscere SB “unfit” significa rassegnarsi ad accettare che la nostra democrazia sia pesantemente influenzata da certi ambienti sopranazionali. Anche io ho vissuto all’estero la difficoltà di spiegare come l’Italia potesse avere un presidente del Consiglio che veniva dipinto come un trafficante di droga. Ma perché dobbiamo rassegnarci a questa mostruosità? Perché dovremmo lasciarci dettare dalla stampa estera i nostri orientamenti politici? Io dico a SB di aiutarci a gettare le basi di questo centrodestra, partito unico o confederato che sia, e di farsi da parte perché ritengo in dirittura d’arrivo il suo contributo politico. Ma non mi si dica che devo RINUNCIARE al miglior politico dell’Italia repubblicana perché c’è qualche direttore di stampa inglese con la puzza sotto il naso, altrimenti lo sosterrò fino a quando l’ultima cellula del suo corpo non sarà andata in decomposizione!"
Collaterale, ma non troppo a questo discorso è anche il manifesto di inzio legislatura del Circolo Giovani:
"Metabolizzato il fatto di trovarci all’opposizione, sono due le strade che ci si aprono davanti. Una è fin troppo battuta. Assumere una posizione a priori e criticare il governo su tutto. Ma proprio tutto. Modello Unità per intenderci. Dobbiamo ammettere che potrebbe essere anche divertente....Guardiamo alla seconda strada. Guardiamo in casa nostra. Delle libertà naturalmente…Ci carichiamo di una responsabilità con la consapevolezza delle possibilità che si aprono. Bisogna ripensare il centrodestra. Non distruggere la Casa, ma fare i lavori necessari. I motivi sono davvero tanti. Primo tra tutti, il rispetto per quella (quasi) metà di italiani che dopo cinque lunghi, logoranti, difficili, Travagliati, anni di governo, hanno deciso di confermare la loro fiducia in Silvio Berlusconi. Attore protagonista da ormai più di dodici anni, a livelli assoluti durante questa campagna elettorale. Lo ripetiamo da sempre, ma a costo di ripeterci dobbiamo dirlo ancora una volta. Lui rappresenta il centrodestra, lo ha creato, guidato, governato, mantenuto in vita. Politicamente, economicamente, mediaticamente. Sul lato culturale-ideologico purtroppo ci sarebbe da discutere...Per questo Berlusconi non deve fermarsi, a maggior ragione dopo aver sentito dell’intenzione di alcuni deputati di maggioranza di nominarlo senatore a vita. Qual miglior modo di levarselo dalle scatole!E invece no. Questo è il momento di uno scatto in avanti. Non mollare, anzi rilanciare. Ha costruito un partito, una coalizione, un governo. Ora deve lanciarsi nell’impresa più difficile. Costruire una cultura politica. Quella cultura che in Italia manca, messa ai margini da quella cultura di sinistra che non ammette concorrenti. Una squadra inconsapevole, che sa difendersi, marciare unita, in nome di quel bersaglio unificante che porta proprio il nome di Silvio Berlusconi....Partiamo dal basso. Perché tutti i partiti della Casa possono portare un contributo esclusivo che gli altri non hanno. La buttiamo lì in breve. La penetrazione mediatica di Berlusconi/Forza Italia, il radicamento sul territorio degli altri, Lega al Nord, AN al centro, UDC al sud."
E pensare che il dibattito è solo all'inizio.
Peccato che proprio il risultato elettorale abbia detto che Berlusconi non è un male necessario, ma il trascinatore ed il catalizzatore della CdL.
Capiamoci, il Berlusconi di Vicenza, quello capace di sfidare il colpo della strega e la nomenklatura della Confindustria. Quello capace di rivolgersi al cuore del popolo della Right Nation Italiana, quello capace di proporre l'abolizione dell'ICI sulla prima casa. Quello capace di non mettersi paura di fronte ai comunisti ed anzi capace di menare fendenti (a destra e) a manca.
Perchè c'è un Berlusconi che non piace, ed è quello che proprio non va è il Berlusconi che viene risucchiato nelle pastoie della politica politicante, quello delle defatiganti verifiche, delle lunghe trattative, delle grigie ed inconcludenti riunioni.
E' giusto e fisiologico che ci interroghi sul dopo Berlusconi, e che questo "dibattito" parta dalle pagine di un blog è davvero una notizia.
E' stato il Megafono a lanciare la "provocazione":
"Caro Presidente, ha concluso la sua parabola politica. Mi creda, quello che sto scrivendo non è indolore. Sono stato e sono tuttora un convinto berlusconiano. Ma incaponirsi su qualcosa che non c’è più non ha senso e fa male al centrodestra e all’Italia intera.Ha costruito qualcosa di importante ma non può e non deve gestirlo in eterno. Il centrodestra è abbastanza grande e maturo, può farcela da solo. Lei, scusi la mia franchezza, è ormai un elemento di disturbo e di penalizzazione. La stampa è contro di lei, i poteri forti sono contro di lei, metà del paese la odia, all’estero siamo derisi (parlo per esperienza personale) a causa sua....Forse la sconfitta alle elezioni, che tanto mi ha fatto soffrire, servirà proprio a questo. A far capire che il berlusconismo è morto e che bisogna andare oltre....Ma abbiamo ‘quasi-pareggiato’ grazie a un singolo uomo, non grazie ad un idea politica o ad uno schieramento coeso e convinto....Sogno un partito unico di centrodestra, che unisca tutte le anime liberali, conservatrici, moderate e riformiste del nostro paese. Sogno un centrodestra che non si vergogna di sé stesso. Sogno un centrodestra a testa alta, senza carichi giudiziari pendenti (sebbene in gran parte creati ad arte).E’ il sogno di una generazione intera. E’ il sogno di un Italia che non vuole stare a sinistra ma che in questo momento si vergogna di lei.Io no. Non ho questi problemi. Io giudico soltanto la storia recente del nostro paese. La sua “missione” è conclusa. Ne prenda atto. Compia un gesto di responsabilità e umiltà. Esca di scena ora, da ‘quasi-vincitore’ delle ultime elezioni. Accetti di diventare senatore a vita. Diventi uno di quei ‘padri della patria’ tanto autorevoli quanto inutili. E’ la migliore exit strategy possibile, prima che lei e l’intero centrodestra crollino definitivamente.So perfettamente che senza di lei perderemo molti consensi. Ma sono disposto a stare all’opposizione anche venti anni di seguito se serve a costruire il partito unico del centrodestra e a completare la costruzione di un grandioso progetto politico-culturale.Chi al suo posto? Non lo so, forse Fini. Sicuramente non Casini. Ma il problema non è la successione al Re. Il problema è la sopravvivenza del Regno. Chiunque lo guidi...."
Una risposta viene da Freedomland:
"E’ del tutto logico,in un paese normale, che un leader di partito (e di coalizione) in sella dal 1994 ceda il passo a qualcun’altro. Specie dopo aver perso le elezioni, seppur di poco.
Tutto vero, ma questo non è un paese normale. Ha una sinistra “antagonista” fortissima, la sinistra riformista e socialdemocratica (normale sparring partner dei conservatori in tutto il mondo) qui rappresenta una minoranza dell’intera “gauche” e,sopratutto, la destra è ben lontana dall’essere una composizione armonica e moderna pronta a camminare da sola.Berlusconi in questi cinque anni di governo ha dimostrato di essere l’unico in grado di aggregare una coalizione che va da Bossi e Tremaglia a Follini e De Michelis, di dargli un programma di govern o e di non cadere alla prima difficoltà parlamentare....Quest’uomo coi suoi difetti, le sue scarse basi politiche, il suo fare istrionico ha dato cittadinanza politica a milioni di persone che non l’avrebbero avuta,ha sdoganato la destra italiana, ha ricucito i rapporti con la parte irrequieta e produttiva del paese (il nord per capirci) e ha dato un minimo di modernità a questo paese...Fatto l’elogio, facciamo un pò di fantapolitica.Supponiamo che Silvio accolga l’appello e si tolga dalle scatole. Ammettiamo per un attimo anche di creare un grande partito unico di centrodestra (ma ha senso con questo sistema elettorale?) e ammettiamo che Silvio Berlusconi (unico a crederci, unico a lottare quando gli altri si preparavano a perdere. Ricordiamocelo questo) decida di rimanere un “padre nobile” senza entrare nell’agone politico in prima persona...Silvio Berlusconi ha una grossa colpa, per cui è odiatissimo. Ha letteralmente rovesciato il tavolo della politica: ha aggregato gente che di politica non si era mai occupata, ha rotto il dualismo dc-pci che martinazzoli e occhetto tentarono di riproporre, ha salvato un’intera classe dirigente orfana del “socialismo dal volto umano” di Bettino Craxi, ha fatto diventare la riduzione delle tasse e il federalismo temi su cui i politici italiani devono confrontarsi ogni giorno e,sopratutto, ha riportato l’Italia al fianco degli Stati Uniti.
Ha fatto troppo, per poterlo liquidare così. E gli altri hanno fatto troppo poco per meritarsi la mia e nostra fiducia.Dimostrino di essere dei leader coraggiosi e,forse, ne riparleremo."
E' la volta di Silvio non farmi astenere più rispondere a Domenico:
"...il centrodestra in realtà non può ancora prescindere dal suo leader e non potrà mai prescindere dal berlusconismo...Non credo che SB si ostini a restare il leader della Cdl. L’uomo, come tutti i grandi, certamente non manca di orgoglio e aspirazione ma penso che abbia chiara l’esigenza di farsi da parte. Penso addirittura che abbia già un nome in mente, Franco Frattini. Tuttavia in questo momento a guidare la transizione non può che essere lui. La performance della Cdl alle ultime politiche è dovuta in gran parte al suo ruolo nel bene e nel male e se in questo momento dovesse sparire improvvisamente la coalizione si sfalderebbe. È invece importante che si capitalizzi subito il prezioso consolidarsi di un centrodestra unito nell’elettorato e questo processo non può che guidarlo SB. Non perché il Cavaliere sia il migliore, non perché sia il padre padrone e neppure perché ha creato il centrodestra ma semplicemente perché è l’unico in grado di far dialogare in modo costruttivo i partiti della Cdl...
L’uscita di SB non significherà, al di là di quello che possiamo desiderare, la fine del berlusconismo, anzi. Quando il Cavaliere uscirà di scena il berlusconismo, inteso come idea politica, sarà certamente più forte di prima. Sciolto dalle problematiche legate al contingente (conflitti d’interesse e processi) resterà tutta la spinta innovativa che il suo ingresso ha impresso alla nostra politica. Il futuro del liberalismo italiano sarà inevitabilmente legato quest’uomo e se il berlusconismo resterà negli obiettivi fondamentali io sarò certo che il centrodestra di domani sarà anche il mio centrodestra...
È sbagliato adattarsi sui giudizi dettati dalla vulgata mediatica. Rassegnarsi a riconoscere SB “unfit” significa rassegnarsi ad accettare che la nostra democrazia sia pesantemente influenzata da certi ambienti sopranazionali. Anche io ho vissuto all’estero la difficoltà di spiegare come l’Italia potesse avere un presidente del Consiglio che veniva dipinto come un trafficante di droga. Ma perché dobbiamo rassegnarci a questa mostruosità? Perché dovremmo lasciarci dettare dalla stampa estera i nostri orientamenti politici? Io dico a SB di aiutarci a gettare le basi di questo centrodestra, partito unico o confederato che sia, e di farsi da parte perché ritengo in dirittura d’arrivo il suo contributo politico. Ma non mi si dica che devo RINUNCIARE al miglior politico dell’Italia repubblicana perché c’è qualche direttore di stampa inglese con la puzza sotto il naso, altrimenti lo sosterrò fino a quando l’ultima cellula del suo corpo non sarà andata in decomposizione!"
Collaterale, ma non troppo a questo discorso è anche il manifesto di inzio legislatura del Circolo Giovani:
"Metabolizzato il fatto di trovarci all’opposizione, sono due le strade che ci si aprono davanti. Una è fin troppo battuta. Assumere una posizione a priori e criticare il governo su tutto. Ma proprio tutto. Modello Unità per intenderci. Dobbiamo ammettere che potrebbe essere anche divertente....Guardiamo alla seconda strada. Guardiamo in casa nostra. Delle libertà naturalmente…Ci carichiamo di una responsabilità con la consapevolezza delle possibilità che si aprono. Bisogna ripensare il centrodestra. Non distruggere la Casa, ma fare i lavori necessari. I motivi sono davvero tanti. Primo tra tutti, il rispetto per quella (quasi) metà di italiani che dopo cinque lunghi, logoranti, difficili, Travagliati, anni di governo, hanno deciso di confermare la loro fiducia in Silvio Berlusconi. Attore protagonista da ormai più di dodici anni, a livelli assoluti durante questa campagna elettorale. Lo ripetiamo da sempre, ma a costo di ripeterci dobbiamo dirlo ancora una volta. Lui rappresenta il centrodestra, lo ha creato, guidato, governato, mantenuto in vita. Politicamente, economicamente, mediaticamente. Sul lato culturale-ideologico purtroppo ci sarebbe da discutere...Per questo Berlusconi non deve fermarsi, a maggior ragione dopo aver sentito dell’intenzione di alcuni deputati di maggioranza di nominarlo senatore a vita. Qual miglior modo di levarselo dalle scatole!E invece no. Questo è il momento di uno scatto in avanti. Non mollare, anzi rilanciare. Ha costruito un partito, una coalizione, un governo. Ora deve lanciarsi nell’impresa più difficile. Costruire una cultura politica. Quella cultura che in Italia manca, messa ai margini da quella cultura di sinistra che non ammette concorrenti. Una squadra inconsapevole, che sa difendersi, marciare unita, in nome di quel bersaglio unificante che porta proprio il nome di Silvio Berlusconi....Partiamo dal basso. Perché tutti i partiti della Casa possono portare un contributo esclusivo che gli altri non hanno. La buttiamo lì in breve. La penetrazione mediatica di Berlusconi/Forza Italia, il radicamento sul territorio degli altri, Lega al Nord, AN al centro, UDC al sud."
E pensare che il dibattito è solo all'inizio.
Non potevamo mancare a Sestri
lunedì, giugno 12, 2006
Buon Compleanno Tocqueville
Buon compleanno Tocqueville.
1 anno, 4 stagioni, 12 mesi, 365 giorni, 8760 ore, 525600 minuti, 31536000 secondi di idee, intelligenza, riflessioni, approfondimenti, ragione, passione, sentimenti e libertà.
Ed è proprio la libertà la caratteristica del nostro aggregatore, siamo stati liberi di deciderne il nome ed il sottotitolo e, soprattutto chi aggrega, è libero di stabilirne il contenuto.
Oramai siamo a quota 889 cittadini in piena e tumultuosa crescita. Una crescita che ha avuto un impatto pesantissimo sula blogosfera italiana e non solo.
I nostri detrattori, forse, non immaginavano una tale "potenza" ed un tale potenziale, secondo me non del tutto espresso. Credo che neanche pensavano che si potesse durare così tanto ed essere così in piena salute.
Tocqueville è innanzitutto un simbolo, il simbolo che esiste una Right Nation italiana che spesso non è assimiliabile, nè ascrivibile alla politica tradizionale ed aia suoi sclerotizzati schieramenti. Una Right Nation italiana che sfida l'egemonia culturale del politically correct sul suo stesso campo incurante, ma non incosciente.
Ideazione ha avuto una grandissima intuizione che si sta rivelando feconda e foriera di risultati. Domani quello che festeggeremo non è un bilancio consultivo, anzi un bilancio di previsione che varrà per molto, molto tempo.
Update 13/06/2005:
Grazie a tutti per i commenti
Segnalo la bella iniziativa di Robinik con la sua pagina speciale per il compleanno di Tocqueville.
Oggi sulla pagina della cultura di Libero ho avuto il coccolone a vedere il nostro banner
1 anno, 4 stagioni, 12 mesi, 365 giorni, 8760 ore, 525600 minuti, 31536000 secondi di idee, intelligenza, riflessioni, approfondimenti, ragione, passione, sentimenti e libertà.
Ed è proprio la libertà la caratteristica del nostro aggregatore, siamo stati liberi di deciderne il nome ed il sottotitolo e, soprattutto chi aggrega, è libero di stabilirne il contenuto.
Oramai siamo a quota 889 cittadini in piena e tumultuosa crescita. Una crescita che ha avuto un impatto pesantissimo sula blogosfera italiana e non solo.
I nostri detrattori, forse, non immaginavano una tale "potenza" ed un tale potenziale, secondo me non del tutto espresso. Credo che neanche pensavano che si potesse durare così tanto ed essere così in piena salute.
Tocqueville è innanzitutto un simbolo, il simbolo che esiste una Right Nation italiana che spesso non è assimiliabile, nè ascrivibile alla politica tradizionale ed aia suoi sclerotizzati schieramenti. Una Right Nation italiana che sfida l'egemonia culturale del politically correct sul suo stesso campo incurante, ma non incosciente.
Ideazione ha avuto una grandissima intuizione che si sta rivelando feconda e foriera di risultati. Domani quello che festeggeremo non è un bilancio consultivo, anzi un bilancio di previsione che varrà per molto, molto tempo.
Update 13/06/2005:
Grazie a tutti per i commenti
Segnalo la bella iniziativa di Robinik con la sua pagina speciale per il compleanno di Tocqueville.
Oggi sulla pagina della cultura di Libero ho avuto il coccolone a vedere il nostro banner
sabato, giugno 10, 2006
A tutti i Tocquevillers della 70 generation...
Ho ricevuto via mail da una mia bellissima e simpaticissima amica questo struggente e disincantato manifesto della 70 generation e la voglio dedicare a tutti i Tocquevillers della stessa
Giustizia a una generazione, quella di noi nati tra la fine degli anni '70 e gli inizi degli anni'80 (anno più, anno meno), quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni.
Noi non abbiamo fatto la guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla Luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum per l'aborto e la nostra memoria storica comincia coi mondiali di Spagna 82.
Per non aver vissuto direttamente il '68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli ninori e discendenti.
Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice. S
iamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori.
Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni.
Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati, siamo stai gli ultimi a fare la Maturità e I pionieri del 3+2...
Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e I Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione).
Abbiamo pianto per Candy-Candy, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D'Avena e imparato la mitologia greca con Pollon.
Siamo una generazione che ha visto Maradona prima compiere magie sui campi di calcio e poi fare campagne contro la droga.
Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. e quelli per cui non gli costa niente licenziarci.
Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico.
Abbiamo imparato che cos'è il Terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella stanza Ovale; siamo state lepiù giovani vittime di Cernobyl; quelli della nostra generazione l'hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq, ecc.); abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall'Italia, senza sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre.
Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro, abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates quando richiede le licenze per windows e credevamo che Internet sarebbe stato un mondo libero.
Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco e del Drive-in.
Siamo la generazione che andò al cinema a vedere I film di Bud Spencer e Terence Hill.
Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono.
Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell'Arca Perduta.
Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Babol, ma neanche le Hubba Bubba erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto.
Siamo la generazione di Crystal Ball ("con Crystal Ball ci puoi giocare..."), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, I Voltrons, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara, l'Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He-Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, I Barbapapà, I Mini-Pony, le Micro-Machine, Big Jim e la Casa di Barbie di cartone ma con l'ascensore.
La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme.
La generazione che non ricorda l'Italia Mondiale '82, e che ci viene un riso smorzato quando ci vogliono dare a bere che l'Italia di quest'anno è la favorita.
L'ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi della macchina all'inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.
L'ultima generazione degli spinelli...
Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi: Viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turista.
Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino.Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti.
Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale.
Non c'erano i cellulari.
Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle!!
Magiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi. Al limite uno era grasso e fine.
Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato.
Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l'aceto.
Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali Televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto; bevevamo l'acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani!
E si davano i primi baci e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una chat dicendo :) :D :P
Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò.
Tu sei uno di nostri?Congratulazioni!
Giustizia a una generazione, quella di noi nati tra la fine degli anni '70 e gli inizi degli anni'80 (anno più, anno meno), quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni.
Noi non abbiamo fatto la guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla Luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum per l'aborto e la nostra memoria storica comincia coi mondiali di Spagna 82.
Per non aver vissuto direttamente il '68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli ninori e discendenti.
Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice. S
iamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori.
Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni.
Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati, siamo stai gli ultimi a fare la Maturità e I pionieri del 3+2...
Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e I Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione).
Abbiamo pianto per Candy-Candy, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D'Avena e imparato la mitologia greca con Pollon.
Siamo una generazione che ha visto Maradona prima compiere magie sui campi di calcio e poi fare campagne contro la droga.
Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. e quelli per cui non gli costa niente licenziarci.
Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico.
Abbiamo imparato che cos'è il Terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella stanza Ovale; siamo state lepiù giovani vittime di Cernobyl; quelli della nostra generazione l'hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq, ecc.); abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall'Italia, senza sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre.
Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro, abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates quando richiede le licenze per windows e credevamo che Internet sarebbe stato un mondo libero.
Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco e del Drive-in.
Siamo la generazione che andò al cinema a vedere I film di Bud Spencer e Terence Hill.
Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono.
Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell'Arca Perduta.
Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Babol, ma neanche le Hubba Bubba erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto.
Siamo la generazione di Crystal Ball ("con Crystal Ball ci puoi giocare..."), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, I Voltrons, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara, l'Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He-Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, I Barbapapà, I Mini-Pony, le Micro-Machine, Big Jim e la Casa di Barbie di cartone ma con l'ascensore.
La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme.
La generazione che non ricorda l'Italia Mondiale '82, e che ci viene un riso smorzato quando ci vogliono dare a bere che l'Italia di quest'anno è la favorita.
L'ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi della macchina all'inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.
L'ultima generazione degli spinelli...
Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi: Viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turista.
Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino.Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti.
Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale.
Non c'erano i cellulari.
Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle!!
Magiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi. Al limite uno era grasso e fine.
Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato.
Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l'aceto.
Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali Televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto; bevevamo l'acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani!
E si davano i primi baci e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una chat dicendo :) :D :P
Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò.
Tu sei uno di nostri?Congratulazioni!
venerdì, giugno 09, 2006
Per meglio precisare...
In risposta al mio post un Un Si contro il conservatorismo costituzionale, mi ha lasciato un interessante commento Carletto Darwin. Le sue osservazioni sono molto pertinenti e mi permettono di meglio precisare alcuni punti delle mie osservazioni di ieri.
Che intendi per feticcio? Una cosa vecchia (ma allora tanti paesi ce l'hanno, USA in testa) o una cosa inapplicata (ma anche qui non siamo i soli).
Per feticcio intendo una cosa che diviene oggetto di eccessiva e fanatica venerazione. Ora è indubbio che per alcuni la Costituzione sia divenuta (dal 2001 in poi) un vero e proprio feticcio, inteso in questo significato, avrei potuto definirli i feticisti costituzionali, ma non mi sembrava molto elegante. Non sempre, almeno secondo me, le cose vecchie sono da buttare anzi. Ho una particolare ammirazione per le tragedie greche.
Una costituzione è un valore comune di una nazione; e il gioco che fai tu a dire che sarebbero conservatori quelli che non la vogliono modificare, è da sofisti.
Sulla prima parte concordo con te. La Costituzione è la summa dei valori di un Nazione, la garanzia dei diritti e dei doveri fondamentali di ogni cittadino. Sulla seconda un po' meno, il conservatore (feticista) costituzionale non è chi non vuole cambiare la Costituzione, perfino i padri costituenti italiani con l'articolo 138 hanno previsto la facoltà di modificarla. Ma l'articolo 138 prevede due modi per modificarla, quello principale è quello del quorum dei 2/3 e l'altro, invece, è quello della maggioranza assoluta e dell'eventuale referendum confermativo.
I (feticisti) conservatori costituzionali sono coloro che guardano a queste procedure in maniera miope. Per loro la Costituzione si cambia con il concorso di tutti, per me la Costituzione si cambia con il concorso di tutti coloro che ci stanno a cambiarla. basti pensare, per rimanere in tema di quorum qualificati, all'attualissima discussione sull'amnistia e sull'indulto. Da quando coloro che attualmente sono i conservatori costituzionali hanno modificato, sulla spinta emotiva di tangentopoli, il quorum per approvare leggi di amnistia ed indulto, non si è più trovato un accordo parlamentare per approvarle. E pensare che questo dialogo tra sordi avviene a Costituzione vigente. Non faccio del sofismo, i Conservatori costituzionali non sono chi non vuole modificare la Costituzione, ma chi per modificarla chiede il concorso di tutti e quando, ovviamente, non lo trova allora si irrigidisce formalmente, ma gode di sottecchi.
Alcuni valori e meccanismi della nostra costituzione, o di quella di altri paesi, sono vecchi e stravecchi. Ma sono validissimi. È vecchissimo il principio che ogni uomo è libero, è vecchissimo il rispetto dei diritti umani, è vecchissimo il diritto di voto, il fatto che il governo abbia un presidente e che possa essere mandato a casa. Tutta robba vecchia e stravecchia.
Non ho mai detto il contrario !!! I diritti e le libertà fondamenatli dei cittadini sono garantiti dalla prima parte della Costituzione e la legge di riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum il 25 e 26 giugno prossimi non tocca la prima parte della stessa Costituzione.
L'attuale Costituzione non prevede nessun meccanismo certo che possa "mandare a casa il Presidente del Consiglio", neanche dietro l'approvazione di una mozione di sfiducia o di una macata fiducia di una delle due Camere. I governi sono tutti caduti per crisi extraparlamentari, tranne uno: il primo governo Prodi. Basti ricordare che il primo governo Prodi cadde proprio su un voto di fiducia ed il Presidente Scalfaro gli propose di ritornare alle Camere per una verifica.
Ed è proprio Scalfaro a capo di coloro che definisco conservatori costituzionali.
Ovviamente si può discutere di punti molto importanti, come la struttura di governo o del federalismo, ma dovrebbero essere discussioni fatte in comune. Errore che sia il centro-sx nel 2000 che il centro-dx con questo patchwork, hanno fatto. Anzitutto l'uso di un termine come "patchwork" denota una connotazione valoriale negativa. Questo patchwork è la Costituzione vigente, con un unico corollario ed avvertenza: in questo patchwork non c'è la riforma costituzionale voluta dalla casa della libertà. La riforma costituzionale del centrodestra ancora non è in vigore e lo sarà, sempre se il Si al referendum vincerà.
Inoltre il consociativismo sui valori fondamentali e sui meccanismi della repubblica, non ha niente a che vedere con il debito pubblico o il burocratismo.
Nulla quaestio sui valori fondamentali, ma sono proprio i meccanismi della Repubblica ad aver prodotto le leggi che hanno aumentato le spese, che hanno finanziato sindacati e partiti, che hanno privilegiato ed aumentato le burocrazie. Tangentopoli è nata e cresciuta grazie agli attuali meccanismi della Repubblica, il tanto vituperato Berlusconi è divenuto Presidente del Consiglio garzie agli attuali meccanismi della Repubblica.
Gli USA hanno anche un debito enorme, hanno anche strutture burocratiche enormi e non funzionali (e.g. la CIA per l'11 settembre, o la NASA). Ma non per questo riformano la costituzione ogni 5 anni.
Io direi che nessuno poteva prevedere l'11 settembre a meno che non si chiamasse Nostradamus, e poi la Nasa non è un baraccone inconcludete, (stile Capricorn One), se oggi possiamo studiare lo spazio e stiamo costruendo una base spaziale che possa ospitare persone per un lungo tempo lo dobbiamo a loro. Riamnendo nel campo degli USA sia la CIA che la Nasa non sono organi costituzionali. La costituzione USA, infatti, disciplina i diritti ed i doveri fondamentali dei cittadini, la struttura del Governo e del Presidente, della Camera dei rappresentati e del senato e della Corte suprema e del potere giudiziario. Riguardo il debito pubblico enorme, bisogna tener conto anche della dinamicità di una economia. Il debito serve a finanziare gli investimenti per sostenete l'economia USA che è molto dinamica, in Italia il debito pubblico serve a finanziare la spesa corrente del settore pubblico.
Io me ne morirei di trovare un accordo con gran parte del centro-dx sullo stato.Magari verrebbe fuori che molte persone da quella parte un'idea dello stato proprio non ce l'hanno. E che anche con la costituzione americana avrebbero da ridire.
Il dialogo presuppone parità e l'ascolto, l'ascolto presuppone la possibilità che ci si stia sbagliando. L'asserire dogmaticamente che quelli di centrodestra non abbiano una idea dello Stato è una forzatura, una arroganza ed anche segno di una certa superiorità morale. Può sbagliare chi crede di avere la Verità??? Questo è l'atteggiamento tipico dei conservatori costituzionali alla Scalfaro. Cioè il tipico atteggiamento di chi non deve convincere le masse, ma deve educarle perchè delle masse ha una idea simile al gregge. Il tipico atteggiamento contro cui io combatto, non in nome di un'altra verità, ma in nome della possibilità per ognuno di farsi i propri coinvincimenti ed le proprie opinioni.
Il mio SI alla riforma costituzionale del 25 e 26 giugno è proprio questo, mantenere la possibilità di poter cambiare la Costituzione (con chi vuole farlo e tutte le volte che sia necessario).
Che intendi per feticcio? Una cosa vecchia (ma allora tanti paesi ce l'hanno, USA in testa) o una cosa inapplicata (ma anche qui non siamo i soli).
Per feticcio intendo una cosa che diviene oggetto di eccessiva e fanatica venerazione. Ora è indubbio che per alcuni la Costituzione sia divenuta (dal 2001 in poi) un vero e proprio feticcio, inteso in questo significato, avrei potuto definirli i feticisti costituzionali, ma non mi sembrava molto elegante. Non sempre, almeno secondo me, le cose vecchie sono da buttare anzi. Ho una particolare ammirazione per le tragedie greche.
Una costituzione è un valore comune di una nazione; e il gioco che fai tu a dire che sarebbero conservatori quelli che non la vogliono modificare, è da sofisti.
Sulla prima parte concordo con te. La Costituzione è la summa dei valori di un Nazione, la garanzia dei diritti e dei doveri fondamentali di ogni cittadino. Sulla seconda un po' meno, il conservatore (feticista) costituzionale non è chi non vuole cambiare la Costituzione, perfino i padri costituenti italiani con l'articolo 138 hanno previsto la facoltà di modificarla. Ma l'articolo 138 prevede due modi per modificarla, quello principale è quello del quorum dei 2/3 e l'altro, invece, è quello della maggioranza assoluta e dell'eventuale referendum confermativo.
I (feticisti) conservatori costituzionali sono coloro che guardano a queste procedure in maniera miope. Per loro la Costituzione si cambia con il concorso di tutti, per me la Costituzione si cambia con il concorso di tutti coloro che ci stanno a cambiarla. basti pensare, per rimanere in tema di quorum qualificati, all'attualissima discussione sull'amnistia e sull'indulto. Da quando coloro che attualmente sono i conservatori costituzionali hanno modificato, sulla spinta emotiva di tangentopoli, il quorum per approvare leggi di amnistia ed indulto, non si è più trovato un accordo parlamentare per approvarle. E pensare che questo dialogo tra sordi avviene a Costituzione vigente. Non faccio del sofismo, i Conservatori costituzionali non sono chi non vuole modificare la Costituzione, ma chi per modificarla chiede il concorso di tutti e quando, ovviamente, non lo trova allora si irrigidisce formalmente, ma gode di sottecchi.
Alcuni valori e meccanismi della nostra costituzione, o di quella di altri paesi, sono vecchi e stravecchi. Ma sono validissimi. È vecchissimo il principio che ogni uomo è libero, è vecchissimo il rispetto dei diritti umani, è vecchissimo il diritto di voto, il fatto che il governo abbia un presidente e che possa essere mandato a casa. Tutta robba vecchia e stravecchia.
Non ho mai detto il contrario !!! I diritti e le libertà fondamenatli dei cittadini sono garantiti dalla prima parte della Costituzione e la legge di riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum il 25 e 26 giugno prossimi non tocca la prima parte della stessa Costituzione.
L'attuale Costituzione non prevede nessun meccanismo certo che possa "mandare a casa il Presidente del Consiglio", neanche dietro l'approvazione di una mozione di sfiducia o di una macata fiducia di una delle due Camere. I governi sono tutti caduti per crisi extraparlamentari, tranne uno: il primo governo Prodi. Basti ricordare che il primo governo Prodi cadde proprio su un voto di fiducia ed il Presidente Scalfaro gli propose di ritornare alle Camere per una verifica.
Ed è proprio Scalfaro a capo di coloro che definisco conservatori costituzionali.
Ovviamente si può discutere di punti molto importanti, come la struttura di governo o del federalismo, ma dovrebbero essere discussioni fatte in comune. Errore che sia il centro-sx nel 2000 che il centro-dx con questo patchwork, hanno fatto. Anzitutto l'uso di un termine come "patchwork" denota una connotazione valoriale negativa. Questo patchwork è la Costituzione vigente, con un unico corollario ed avvertenza: in questo patchwork non c'è la riforma costituzionale voluta dalla casa della libertà. La riforma costituzionale del centrodestra ancora non è in vigore e lo sarà, sempre se il Si al referendum vincerà.
Inoltre il consociativismo sui valori fondamentali e sui meccanismi della repubblica, non ha niente a che vedere con il debito pubblico o il burocratismo.
Nulla quaestio sui valori fondamentali, ma sono proprio i meccanismi della Repubblica ad aver prodotto le leggi che hanno aumentato le spese, che hanno finanziato sindacati e partiti, che hanno privilegiato ed aumentato le burocrazie. Tangentopoli è nata e cresciuta grazie agli attuali meccanismi della Repubblica, il tanto vituperato Berlusconi è divenuto Presidente del Consiglio garzie agli attuali meccanismi della Repubblica.
Gli USA hanno anche un debito enorme, hanno anche strutture burocratiche enormi e non funzionali (e.g. la CIA per l'11 settembre, o la NASA). Ma non per questo riformano la costituzione ogni 5 anni.
Io direi che nessuno poteva prevedere l'11 settembre a meno che non si chiamasse Nostradamus, e poi la Nasa non è un baraccone inconcludete, (stile Capricorn One), se oggi possiamo studiare lo spazio e stiamo costruendo una base spaziale che possa ospitare persone per un lungo tempo lo dobbiamo a loro. Riamnendo nel campo degli USA sia la CIA che la Nasa non sono organi costituzionali. La costituzione USA, infatti, disciplina i diritti ed i doveri fondamentali dei cittadini, la struttura del Governo e del Presidente, della Camera dei rappresentati e del senato e della Corte suprema e del potere giudiziario. Riguardo il debito pubblico enorme, bisogna tener conto anche della dinamicità di una economia. Il debito serve a finanziare gli investimenti per sostenete l'economia USA che è molto dinamica, in Italia il debito pubblico serve a finanziare la spesa corrente del settore pubblico.
Io me ne morirei di trovare un accordo con gran parte del centro-dx sullo stato.Magari verrebbe fuori che molte persone da quella parte un'idea dello stato proprio non ce l'hanno. E che anche con la costituzione americana avrebbero da ridire.
Il dialogo presuppone parità e l'ascolto, l'ascolto presuppone la possibilità che ci si stia sbagliando. L'asserire dogmaticamente che quelli di centrodestra non abbiano una idea dello Stato è una forzatura, una arroganza ed anche segno di una certa superiorità morale. Può sbagliare chi crede di avere la Verità??? Questo è l'atteggiamento tipico dei conservatori costituzionali alla Scalfaro. Cioè il tipico atteggiamento di chi non deve convincere le masse, ma deve educarle perchè delle masse ha una idea simile al gregge. Il tipico atteggiamento contro cui io combatto, non in nome di un'altra verità, ma in nome della possibilità per ognuno di farsi i propri coinvincimenti ed le proprie opinioni.
Il mio SI alla riforma costituzionale del 25 e 26 giugno è proprio questo, mantenere la possibilità di poter cambiare la Costituzione (con chi vuole farlo e tutte le volte che sia necessario).
giovedì, giugno 08, 2006
Un Si contro il conservatorismo costituzionale
Votare il SI al prossimo referendum confermativo del 25 e 26 giugno prossimi è un obbligo per tutti coloro che vogliono riformare questo paese.
La vittoria del Si, infatti, sarebbe una vittoria contro quello che definisco il conservatorismo costituzionale.
In nessun altro paese, come in Italia, vi è il feticcio della Costituzione.
Espressione di questo feticciato è contenuto nel programma dell'Unione quando in materia di riforme costituzionali, l'attuale maggioranza prevede testualmente: "Modificheremo il quorum previsto dall’art. 138 della Costituzione elevando la maggioranza necessaria per l’approvazione, in seconda lettura, di leggi di revisione costituzionale.".
Questa previsione, se si realizzasse una cosa del genere, infatti, vorrebbe dire una sola cosa: il trionfo della consociazione.
Quella stessa consociazione che, a norme costituzionale vigenti, ha prodotto debito pubblico, clientele, privilegi, partitocrazia, sindacatocrazia, gerantocrazia, inefficenza, inefficacia e burocratismo. Quella stessa consociazione che ha svilito il merito, la voglia di intraprendere, i diritti e la libertà.
Certamente la riforma della CdL poteva essere fatta meglio, ma la vittoria del Si al referendum costituzionale significa, tra l'altro, anche lasciarsi aperta la possibilità di poter adeguare la Costituzione senza mercanteggiare e senza dover annacquare la propria visione del paese.
Il possibile riformatorismo costituzionale contro il certo conservatorismo costituzionale, questa è la vera posta in gioco al referendum.
p.s.: questo blog aderisce al comitato per il si
La vittoria del Si, infatti, sarebbe una vittoria contro quello che definisco il conservatorismo costituzionale.
In nessun altro paese, come in Italia, vi è il feticcio della Costituzione.
Espressione di questo feticciato è contenuto nel programma dell'Unione quando in materia di riforme costituzionali, l'attuale maggioranza prevede testualmente: "Modificheremo il quorum previsto dall’art. 138 della Costituzione elevando la maggioranza necessaria per l’approvazione, in seconda lettura, di leggi di revisione costituzionale.".
Questa previsione, se si realizzasse una cosa del genere, infatti, vorrebbe dire una sola cosa: il trionfo della consociazione.
Quella stessa consociazione che, a norme costituzionale vigenti, ha prodotto debito pubblico, clientele, privilegi, partitocrazia, sindacatocrazia, gerantocrazia, inefficenza, inefficacia e burocratismo. Quella stessa consociazione che ha svilito il merito, la voglia di intraprendere, i diritti e la libertà.
Certamente la riforma della CdL poteva essere fatta meglio, ma la vittoria del Si al referendum costituzionale significa, tra l'altro, anche lasciarsi aperta la possibilità di poter adeguare la Costituzione senza mercanteggiare e senza dover annacquare la propria visione del paese.
Il possibile riformatorismo costituzionale contro il certo conservatorismo costituzionale, questa è la vera posta in gioco al referendum.
p.s.: questo blog aderisce al comitato per il si
mercoledì, giugno 07, 2006
le differenze tra il caso benvenuto ed il caso Menapace
1. Secondo regolamento la presidenza della commissione bilancio e quello della commissione Difesa sarebbero toccati la prima alla Cdl, la seconda all'Unione. Risultato: Benvenuto è dell'Unione e De Gregorio è dell'Unione.
2. Benvenuto è stato eletto grazie ad un anonimo franco tiratore della CdL. De Gregorio grazie ad un accordo trasparente tra lui e la CdL.
3. Quando anche grazie ai senatori a vita, l'Unione vince è democrazia. Quando, grazie ai voti dei senatori eletti, l'Unione perde è mercimonio.
4. se De Gregorio deve dimettersi, lo deve fare anche Benvenuto.
2. Benvenuto è stato eletto grazie ad un anonimo franco tiratore della CdL. De Gregorio grazie ad un accordo trasparente tra lui e la CdL.
3. Quando anche grazie ai senatori a vita, l'Unione vince è democrazia. Quando, grazie ai voti dei senatori eletti, l'Unione perde è mercimonio.
4. se De Gregorio deve dimettersi, lo deve fare anche Benvenuto.
Requiescat in (Mena)pace - parte 2 le reazioni
"Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro era stato informato di questa operazione che ha portato me alla presidenza della Commissione Difesa, per non lasciarla a una persona come Lidia Menapace, che non ha i nostri stessi valori". ( il senatore De Gregorio dopo la sua elezione a presidente della Commissione Difesa)
"la decisione di De Gregorio di farsi votare dal centrodestra appartiene unicamente alla sua personale responsabilità politica, non essendo stato concordato alcun passaggio." (il ministro Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori)
...non so a voi, a me sembrano il gatto e la volpe.
"Il suo atteggiamento non solo viene meno ai patti, ma anche al dovere di lealtà nei confronti dell'Idv".(Anna Finocchiaro, capogruppo dell'Ulivo al Senato nei confronti del senatore De Gregorio)
Scusi senatrice Finocchiaro, come mai non ha stigmatizzato nello stesso modo il comportamento del senatore Benvenuto eletto presidente grazie al voto di un senatore della CdL ???
"un volgare mercimonio, un vero colpo di mano. Una candidata come Lidia Menapace, con la sua storia e le sue convinzioni, non ha avuto il gradimento di questo componente del centrosinistra"
(Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione Comunista al senato nei confronti del senatore De Gregorio)
... e meno male che fanno tutti e due parte della stessa maggioranza parlamentare.
"Mi aspettavo l'inghippo" (Lidia Menapace, senatrice di RC, subito dopo aver perso la votazione alla commissione Difesa)
Donna, pacifista e partigiana. L’identikit della nuova presidente della commissione Difesa di Palazzo Madama riassume in due parole una lunga storia. Quella di Lidia Menapace, 82 anni, senatrice di Rifondazione comunista che oggi sarà eletta alla guida della quarta commissione permanente del Senato. (Checchino Antonini , giornalista di Liberazione oggi in una intervista sullo stesso giornale)
... dagli amici mi guardi Iddio.
"la decisione di De Gregorio di farsi votare dal centrodestra appartiene unicamente alla sua personale responsabilità politica, non essendo stato concordato alcun passaggio." (il ministro Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori)
...non so a voi, a me sembrano il gatto e la volpe.
"Il suo atteggiamento non solo viene meno ai patti, ma anche al dovere di lealtà nei confronti dell'Idv".(Anna Finocchiaro, capogruppo dell'Ulivo al Senato nei confronti del senatore De Gregorio)
Scusi senatrice Finocchiaro, come mai non ha stigmatizzato nello stesso modo il comportamento del senatore Benvenuto eletto presidente grazie al voto di un senatore della CdL ???
"un volgare mercimonio, un vero colpo di mano. Una candidata come Lidia Menapace, con la sua storia e le sue convinzioni, non ha avuto il gradimento di questo componente del centrosinistra"
(Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione Comunista al senato nei confronti del senatore De Gregorio)
... e meno male che fanno tutti e due parte della stessa maggioranza parlamentare.
"Mi aspettavo l'inghippo" (Lidia Menapace, senatrice di RC, subito dopo aver perso la votazione alla commissione Difesa)
Donna, pacifista e partigiana. L’identikit della nuova presidente della commissione Difesa di Palazzo Madama riassume in due parole una lunga storia. Quella di Lidia Menapace, 82 anni, senatrice di Rifondazione comunista che oggi sarà eletta alla guida della quarta commissione permanente del Senato. (Checchino Antonini , giornalista di Liberazione oggi in una intervista sullo stesso giornale)
... dagli amici mi guardi Iddio.
Requiescat in (Mena)pace
Voleva menare ed è stata menata. La senatrice Lidia Menapace era sicura di divenire questa mattina la presidentessa della commissione Difesa di palazzo Madama. Non in virtù di una sua specifica competenza in materia, ma solo perchè in età molto avanzata.
Infatti la commissione Difesa del Senato era divisa a metà tra l'Unione e la CdL ed in virtù dell norme regolamentari, in caso di parità, viene preferito il candidato più anziano.
Ebbene la senatrice Menapace era quella adatta in virtù della sua età.
In verità, la Menapace si era occupata e si occupa dei militari. Il suo ultimo exploit è stato il 2 giugno quando ha definito, tra l'altro, le frecce tricolori "uno spreco inutile".
Sembrava tutto fatto ed ecco che, a sorpresa, esce come presidente il senatore dell'Italia dei Valori De Gregorio eletto grazie ai voti del centrodestra ed al suo personale.
Come dire... era andata per menare ed è stata menata.
Menata...pace
Non siamo coglioni, siamo dei tafazzi
E' il tafazzismo la malattia mortale che rischia di far moririe l'opposizione della CdL.
Certo, è tipico dell'individualismo liberale quello di avere opinioni personale che possono confliggere e sconfiggere con i dettami del partito, ma è buona norma esternare questi "dubbi".
Un vero liberale non ricorre ai mezzucci dei francotiratorismo ed all'omertà del segretezza.
Non stiamo proponendo l'abolizione del voto segreto, piuttosto stiamo stigmatizzando il comportamento vigliacco del senatore che, a sorpresa, ha eletto il sen. Giorgio Benvenuto quale presidente della Commissione Bilancio.
La commissione in questione, infatti, vedeva un pareggio tra l'Unione e la CdL, (12 a 12), per cui in caso di parità sarebbe stato eletto il sen. Pontone di Alleanza Nazionale, più anziano di età rispetto al sen. Benvenuto. Invece un senatore della CdL ha, a sorpresa ed in maniera omertosa, votato per Benvenuto. Risultato 11 a 13 per l'Unione ed il senatore Benvenuto eletto presidente.
La libertà di coscienza e la libertà di espressione dei Parlamentari, e non solo, sono per noi sacre, infatti non siamo qui ad auspicarne l'abrogazione, ma stigmatizziamo il comportamento omertosamente doloso di quel singolo sentaore che poi non ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto e motivare il proprio voto.
Purtroppo noi della CdL non siamo dei coglioni, ma siamo dei tafazi.
Proprio come il celebre personaggio di Mai dire gol, interpretato da Giacomo del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, alcuni della CdL godono nel farsi del male, nel colpirsi ripetutamente gli zebedei cantando. E' un germe, anzi no, secondo me è una malformazione genetica che abbiamo noi della CdL.
Ci piacerebbe poter essere sicuri che quello di ieri sia stato un episodio isolato, purtroppo crediamo di no. Il tafazzismo è sempre dietro, (e non sto parlando dell'angolo).
Oh, oh, oh, oh oh oh........
lunedì, giugno 05, 2006
sabato, giugno 03, 2006
Lo strano 2 giugno del Signor B.
La mattina del 2 giugno il Signor B. si alza.
Sembra una giornata come tutte, ma purtroppo non è così.
Per qualche strano motivo, infatti, il suo cervello ha deciso di interrompere le sinapsi tra l'emisfero destro e quello sinistro.
Così l'emisfero destro gli dice di andare alla manifestazione ufficiale per la festa delle forze armate, mentre l'emisfero sinistro gli intima di andare alla contro manifestazione antagonista e pacifista.
Una parte decide, l'altra lo contesta e trova sempre dei pretesti per squalificarlo.
La Signora B., fedele e premurosa consorte, gli porge il suo completo grigio istituzionale con la mano destra e la mimetica marrone ed il passamontagna nero, che ancora profuma di Chapas, con la mano sinistra.
Il Signor B. non riesce proprio a scegliere.
Poi in un sussulto reazionario, il Signor B. decide di andare alla manifestazione ufficiale ai fori imperiali.
Uscito di casa, un piccione gli caga sul vestito.
Il Signor B. non potendo andare a cambiarsi a casa, opta per mettere un bottone multicolore sul bavero per coprire il guano.
La favola dimostra che non sempre la merda addosso è una cosa brutta.
Sembra una giornata come tutte, ma purtroppo non è così.
Per qualche strano motivo, infatti, il suo cervello ha deciso di interrompere le sinapsi tra l'emisfero destro e quello sinistro.
Così l'emisfero destro gli dice di andare alla manifestazione ufficiale per la festa delle forze armate, mentre l'emisfero sinistro gli intima di andare alla contro manifestazione antagonista e pacifista.
Una parte decide, l'altra lo contesta e trova sempre dei pretesti per squalificarlo.
La Signora B., fedele e premurosa consorte, gli porge il suo completo grigio istituzionale con la mano destra e la mimetica marrone ed il passamontagna nero, che ancora profuma di Chapas, con la mano sinistra.
Il Signor B. non riesce proprio a scegliere.
Poi in un sussulto reazionario, il Signor B. decide di andare alla manifestazione ufficiale ai fori imperiali.
Uscito di casa, un piccione gli caga sul vestito.
Il Signor B. non potendo andare a cambiarsi a casa, opta per mettere un bottone multicolore sul bavero per coprire il guano.
La favola dimostra che non sempre la merda addosso è una cosa brutta.
giovedì, giugno 01, 2006
E pensare che non è Visco...
L'eurodeputato francese Alain Lamassoure, purtroppo facente parte del gruppo PPE - DE, ha avuto un lampo di "genio": istituire una tassa europea su sms ed email. L'importo della tassazione dovrebbe essere di 1,5 centesimi di euro per ogni sms e di 0,00001 centesimi per ogni email. (qui potete leggere la fonte della notizia)
E poi Si lamentano che l'Europa è avvertita come una corpo estraneo e che c'è poco spirito europeo.
E poi Si lamentano che l'Europa è avvertita come una corpo estraneo e che c'è poco spirito europeo.
Happy birthday, Norma Jean
You had the grace to hold yourself
While those around you crawled
(Elton John - Candle in the Wind)
p.s.: il 1 Giugno 1926, Norma Jean Baker Morteson nasceva a Los Angeles
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