Non era questa la canzone
che volevo per noi due.
ma è difficile dire
cosa volevo.
Volevo
che il sole ed il tuo sorriso sorgessero insieme,
che il calore nel mio letto, accanto a me, fosse il tuo,
che il mio sguardo finisse naturalmente nei tuoi occhi,
che il tuo respiero fosse, per me, inconfondibile dalla breza primaverile,
che mi insegnassi a vedere il mondo come te,
che ascoltassi il mondo alla mia maniera,
che i miei passi ed i tuoi passi segnassero un nuovo sentiero, lontano dalle strade di tutti,
che tra me e te ci fosse un legame, molto più stretto di quello fatto di metallo,
che si annullasse la distanza tra te e me.
Credimi,
è questa la canzone che volevo per noi due.
... ma non è quella che canto.
Io canto
il tramonto della mia luna,
il freddo nel mio letto,
la mia cecità,
la mia apnea,
la mia sordità,
la mia paralisi,
la mia lontananza da te,
la solitudine della mia libertà da te,
l'autonomia della mia scelta.
Non era questa la canzone
che volevo per noi due.
Ma è quella che oggi riesco a cantare.
Zigurrat
martedì, marzo 28, 2006
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